Salviamo il parco giochi di Campo Marzo, rifugio decadente dell'innocenza vicentina
Mercoledi 26 Agosto 2015 alle 19:13 | 0 commenti
Cosa resta di uno dei più vecchi e bei parchi giochi di Vicenza? Alcune giostrine scrostate e malmesse, panchine da ritinteggiare, una bella fontana senz'acqua, una pista di pattinaggio sconnessa su cui non si può pattinare. (Guarda fotogallery). Un'isola incontaminata, ai margini di Campo Marzo, in cui il gioco e l'innocenza infantile ancora trovano libero sfogo, ma che sembra un luogo semiabbandonato.
Il custode, Sinisa, è un uomo dalle molte vite. Tiene molto al "suo" parco, lo si capisce da come ne parla. Originario della Serbia, ha sentito le bombe della Nato fischiare sopra la sua testa nel 1999. Ed ora trascorre tutto il giorno da solo, lavorando dalle 9 di mattina alle 8 di sera, pronto a far scattare il cancello che si apre decine di volte al giorno per accogliere mamme e papà , tate, nonne, bambini. Una cinquantina di persone al giorno, non sono poche. Perché qui comunque si respira un'aria di tranquillità , nonostante il traffico di auto a pochi metri oltre le siepi. E poi, si sa, fuori dal cancello la sera non son tutte rose e fiori. Bottiglie vuote abbandonate davanti all'ingresso, alcune gettate all'interno che si frantumano sul selciato. Sinisa però non si dà per vinto, affrontando anche qualche rumoroso e alticcio frequentatore di Campo Marzo e ottenendo spesso che i bagordi si spostino lontano dal cancello d'ingresso.
Il parco è gestito dall'Associazione Volontariato Servizi Vicenza Onlus ma la proprietà è del Comune. L'Amcps ogni tanto interviene per sostituire l'asse di una panchina, una ditta privata taglia l'erba del prato. Lungi da noi la volontà di sollevare sterili polemiche, sappiamo che ci sono ben altre priorità di spesa, ma le potenzialità di questa isola di pace sarebbero davvero tante. L'area è grande, e non si direbbe da fuori. La vegetazione, i vialetti, il piccolo gazebo, tutto contribuisce a riportarvi indietro nel tempo. L'atmosfera è decadente, da fine Impero, ma le nonne con nipotini al seguito non si lamentano: si sta in pace, il posto è sicuro perché vi si accede solo suonando al campanello d'ingresso, e i bambini si divertono per qualche ora. Ma basterebbe sistemare le giostre, ritinteggiare là dove serve, riqualificare i vialetti. Et voilà , il gioiellino potrebbe tornare a splendere.
Perché non farlo? Almeno per quei bambini che non si arrendono a passare il tempo con gli occhi persi dentro lo schermo di uno smartphone.
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