Rifiuti speciali, Zanoni: no alla discarica di Marano
Lunedi 8 Aprile 2013 alle 18:23 | 0 commenti
Eurodeputato Andrea Zanoni - “L'Ue blocchi la decisione di conferire rifiuti speciali nell’ex cava Vianelle a Marano Vicentino (VI). A rischio la falda acquifera sottostante e la salute di migliaia di cittadini della zonaâ€. Presentata un'interrogazione alla Commissione europea per denunciare la decisione della Provincia di Vicenza di ampliare la tipologia di rifiuti che possono essere smaltiti all’interno dell’area di Vianelle a Marano Vicentino (VI).
“La discarica ha ormai raggiunto dimensioni abnormi e le tipologie di rifiuti conferiti sono in costante aumento. E questo senza che sia stata effettuata alcuna procedura di Valutazione Impatto Ambientale VIA come prevede la direttiva 2011/92/UEâ€.
Sotto accusa la discarica di proprietà della Servizi S.r.l. in località Vianelle, nel comune di Marano Vicentino (VI) che interessa in parte anche il comune di Thiene (VI). La struttura, classificata ancora oggi impropriamente come discarica per inerti volta alla ricomposizione ambientale della cava sulla quale insiste (in parte ancora attiva), per effetto di una serie di autorizzazioni della Provincia di Vicenza è arrivata ad assumere caratteristiche diverse da quelle originarie con volume ricettivo pari a circa 3.600.000 m³ di rifiuti su una superficie di oltre 230.000 m². Inoltre un decreto provinciale ha aumentato di ulteriori 13 nuovi codici CER le categorie di rifiuti ammesse.
“La direttiva 2011/92/UE prevede che stante l’attuale volumetria e tipologia dei rifiuti autorizzati e la peculiare ubicazione della medesima, la nuova autorizzazione all’esercizio avrebbe dovuto essere preceduta da una procedura di VIA, che invece non è stata fatta – attacca Zanoni – Inoltre potrebbero essere stati omessi anche altri adempimenti della direttiva Discariche 1999/31/CEâ€.
L'eurodeputato ricorda che “la perizia del geologo Pier Luigi Marchetto eseguita su incarico del Comune di Marano Vicentino (VI), evidenzia come l’impianto è separato solo da una sottile barriera impermeabile artificiale che dovrebbe avere invece uno spessore doppio, dallo strato ghiaioso e sabbioso a elevata permeabilità sopra una fondamentale falda acquifera utilizzata per l’approvvigionamento di acqua potabile dagli acquedotti della zona che servono oltre 700.000 abitantiâ€.
“Per tutti questi motivi ho ritenuto opportuno, vista la leggerezza con la quale certe autorità locali stanno trattando questa potenziale bomba ad orologeria per l'ambiente e gli abitanti della zona, chiede un parere della Commissione europea – conclude Zanoni – E questo anche alla luce del principio di precauzione sancito all’art. 191 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea TFUE sul rischio di contaminazione della sottostante falda acquiferaâ€.
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