Quotidiano | Categorie: Politica

Renzi conquista i socialdemocratici vicentini Poggi e Poletto con la "grande bellezza" della famiglia socialista

Di Edoardo Andrein Martedi 4 Marzo 2014 alle 00:08 | 0 commenti

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“Per i democratici è un giorno speciale perché è un momento molto importante per la nostra comunità. Un pensiero va al mio amico Pierluigi Bersani, a Piero Fassino, a Massimo D'Alema e a tutti i leader del Pd e prima del Pds-Ds”. Matteo Renzi ha aperto con queste parole, pronunciate in inglese, il suo intervento al congresso del Partito del Socialismo Europeo che ha sancito l’adesione del Partito Democratico italiano. Sì, proprio quello stesso Matteo Renzi accusato di essere troppo berlusconiano, a partire dal suo incontro da sindaco di Firenze nella famigerata villa di Arcore.

Lo stesso Matteo Renzi che ammalia (o ammaliava) una parte del popolo di centrodestra è riuscito nell’intento mancato a partire dal fondatore del Pd Walter Veltroni e poi dal suo successore alla guida della Segreteria Pierluigi Bersani, a causa del braccio di ferro con gli ex popolari della Margherita.  

Un avvenimento, quello sancito la settimana scorsa a Roma, al quale probabilmente non è stato dato il giusto rilievo mediatico, forse volutamente, dalle parti in causa.

Perché se da una parte l’entrata del Pd ha generato il mutamento della denominazione in "Pse-Socialists&Democrats", dall’altra i princìpi politici alla base del principale partito della sinistra europea fondato nel 1992 rimangono quelli socialisti, socialdemocratici e laburisti: principi ai quali dovranno rendere conto da ora in poi le scelte politiche del maggiore partito del centrosinistra italiano.

A Vicenza dopo il benvenuto ai “nuovi compagni” del segretario Psi vicentino Luca Fantò e i “sogni politici” comuni con gli altri rappresentanti provinciali di Pd e Sel Piero Menegozzo e Niccolò Della Lucilla, c’è da registrare anche la soddisfazione dell’ex Presidente del Consiglio Comunale Luigi Poletto, socialdemocratico convinto tanto da fondare un'associazione culturale intitolata a Olof Palme, il premier socialdemocratico della Svezia assassinato nel 1986.

“Il Pd incontra finalmente il suo destino”, afferma Poletto “ed entra nella grande famiglia del socialismo europeo. Un risultato storico il cui merito va onestamente riconosciuto a Matteo Renzi, ma anche a tutte le compagne ed i compagni che in tanti anni di battaglia e spesso in solitudine hanno cercato, voluto e perseguito questo storico obiettivo”.

“Il Pd”, prosegue nella sua analisi l’ex Presidente del Consiglio Comunale “risolve la sua irrisolta identità nel solco del progressismo europeo. Ricordo lo storico congresso della Spd tedesca di Bad Godesberg in cui si sancì nel programma fondamentale che "il socialismo ha come propri fondamenti l'etica cristiana, l'umanesimo e la filosofia classica". Non moriremo dunque democristiani, ne' comunisti, ma socialisti”.

Anche Stefano Poggi, uno dei più acerrimi detrattori vicentini della rivoluzione renziana nel Partito Democratico, tanto che qualche settimana fa ha fondato a Vicenza l’Associazione “Nuova Sinistra”, esterna la sua soddisfazione per l’entrata nel Pse, anche se con più pacatezza rispetto al “compagno” Poletto:

“Oggi il Pd entra a far parte del socialismo europeo: ora lavoriamo perché questo significhi qualcosa”.

Qualcosa di significativo, però, questo avvenimento l’ha già espresso: il berlusconiano Matteo Renzi dall’alto della sua posizione di Segretario del Pd avrebbe potuto bloccare questo processo e negare alla sinistra Pd la “grande bellezza” dell’entrata nella famiglia socialista europea.

E invece Renzi sarà ricordato come il primo storico “compagno” che ha compiuto il grande passo.

 

(nella foto a sinistra Poggi e a destra Poletto)


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