Regina rotta
Giovedi 26 Settembre 2013 alle 17:05 | 0 commenti
Il sindaco di Vicenza, il democratico Achille Variati, sembra uno di quei personaggi comici dei film primi '900. Dopo aver preso una meritata martellata sulle dita per l'affaire Bulgarini-Fiera, adesso si dimena come fosse un tarantolato, seminando qua e là commenti riparatòri che peggiorano la già grave situazione deflagrata sulla sua giunta. Peggio il rammendo del buco direbbero i veneziani. Ed un bel buco si sta materializzando sui bilanci etici del sindaco e del suo vice che non sanno come muoversi.
Variati frattanto, con argomenti affini a quelli dei berluscones, si giustifica dicendo che lui è azionista di BpVi e che non vede nessun conflitto di interessi allorquando BpVi si assicura la tesoreria comunale. Peccato però che i servizi di tesoreria siano affidati tramite bando pubblico. I servizi di Regina Rossa sono ad personam, o meglio di natura discrezionale. Ora a meno che il sindaco non voglia dire che anche il bando per la tesoreria è stato fatto ad personam, la sua difesa d'ufficio è una semplice corbelleria. Soprattutto perché Bulgarini non ha qualche azione di Regina Rossa ma ne è uno dei tre padroni, visto che è titolare di un terzo delle quote.
Variati poi sostiene che Regina Rossa abbia ottenuto commesse dalla Fiera per 14.000 euro. Ma per fare che cosa esattamente? La fiera infatti ha in forza personale qualificato che è ben in grado di assolvere a questi compiti. In astratto l'incarico, pur deprecabile, può tranquillamente rispettare la legge. Ma, a puro titolo di ipotesi di scuola, se spulciando le carte si realizzasse che quella commessa non vale tutti quei soldi, che cosa si dovrebbe fare? Informare la magistratura? Cambiare l'oggetto sociale di Regina Rossa in ente assistenziale per inetti? Il sindaco quindi, al posto di scrivere una lettera ai suoi consiglieri (un monito evidente al Pd perché non si azzardi più ad alimentare un malumore che c'è ed è crescente verso Bulgarini), dovrebbe andare in fiera e farsi dare tutto l'incartamento riguardante la srl del suo vice e condividerlo con la città . In modo da fugare ogni dubbio sulla liceità della cosa. E ancora, il fatto che il sindaco s'indigni perché la interrogazione arrivi primi alla stampa e poi alla amministrazione è ridicolo. In primis perché il consigliere fa ciò che vuole, l'importante è che argomenti correttamente. In secundis perché la sua maggioranza, quando era minoranza, in mille occasioni diverse ha prima esternato alla stampa il contenuto delle interrogazioni e poi le ha presentate in comune. Ma siccome le frecce nell'arco a disposizione di Achille sono il suo tallone d'Achille, si comprende perché il primo cittadino abbia deciso di sversare su inchiostro la prima fesseria che gli sia passata in mente.
Diversa invece è la questione etica. Sul piano politico la posizione dei due è insostenibile. Il conflitto c'è. Se la stessa cosa accadesse in Francia o in Germania i due sarebbero immediatamente spediti a casa a pedate nel c... Il comune non è un bancomat, né un pied-à -terre per efebici opportunismi. Oggi il giocattolo di Regina Rossa si è rotto. Da oggi in poi lo chiameremo regina rotta. Di più, è grave e ridicolo al tempo stesso che in tutta questa vicenda non parli il principale protagonista. Il quale al momneto degli affidamenti della fiera a Regina Rossa doveva dichiarare il tutto. Senza aspettare di essere pizzicato con le manine nel barattolo della nutella. Un silenzio che è segno evidente che l'uomo non è in grado di reggere il minimo confronto dialettico con una opposizione che è tutto fuor che corrosiva. Alla quale ora spetta di capire se la durezza della giunta comunale verso Paolo Mantovani, presidente di Fiera di Vicenza spa per la vicenda Honk Kong, non sia dovuta solo a questioni di etichetta, ma alla volontà di tagliare commesse e prebende care a qualche papavero della politica o del gotha imprenditoriale locale.
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