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Referendum indipendenza, Ciambetti ai vicentini: "una firma per futuro dei nostri figli"

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 28 Febbraio 2014 alle 17:18 | 0 commenti

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Roberto Ciambetti, LN - “Chiedo ai cittadini vicentini di recarsi ai punti di raccolta delle firme per sostenere la campagna per indire un referendum consuntivo per l’Indipendenza del Veneto: come gli scozzesi, come i catalani, anche noi dobbiamo far sentire la nostra voce prima che sia troppo tardi”.  Roberto Ciambetti, assessore regionale del Veneto, lancia il suo appello in occasione della gazebata organizzata dalla Lega Nord–Liga veneta.

In questo primo week end di marzo ritorna in piazza, “tra la gente – spiega Ciambetti – gente vera in piazze vere dove si toccano con mano i rpoblemi dei cittadini. A Montecchio e a Bassano ci sarà anche il segretario federale Matteo Salvini e penso che per molti, non solo iscritti e simpatizzanti, questa sia un’occasione interessante per scambiare due chiacchiere di persona con il nuovo punto di riferimento del movimento leghista. Ma ancor più importante è firmare la richiesta del Referendum, perché in questa maniera diamo un segnale forte anche al nuovo governo, diciamo che la strada dei Decreti salva questo salva quello non è più praticabile, diciamo che non possiamo rimanere inerti nel vedere i soldi pagati dalla nostra gente, dalle nostre famiglie, dalle nostre imprese, finire chissà dove. Le agenzie di rating lo ammettono senza mezzi termini: il veneto, senza la zavorra dello stato italiano, sarebbe una Svizzera e probabilmente i nostri livelli di efficienza sarebbero anche migliori. Ci sono nazioni accolte nell’Unione Europa che non hanno alcun passato storico unitario alle spalle e hanno anche meno abitanti del Veneto: penso alla Slovenia. Forse che il Veneto, che ha una sua storia alle spalle e quasi cinque milioni di abitanti, potrebbe essere una grande metropoli regionale autonoma in una Europa ben diversa da quella dei tecnocrati attuali che ci hanno imposto una austerità insostenibile. Chi viene a firmare dice anche questo: noi siamo pronti a guardare al futuro. Siamo pronti anche a combattere una battaglia di civiltà perché oggi i nostri giovani devono andare all’estero se vogliono trovare un lavoro all’altezza delle loro aspettative. Una fioma per fermare l’emorragia di intelligenze e saperi. Una firma per il domani: questo è il referendum che vogliamo e per  rispolverare un vecchio, ma efficace motto, non è faccenda di destra o di sinistra, ma di dare certezza del diritto, benessere e qualità della vita a chi vive e lavora onestamente nella nostra terra. Il tutto chiuso in una firma”


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