Rassegna cinematografica sulla Grande Guerra a Palazzo leoni Montanari
Venerdi 8 Maggio 2015 alle 16:47 | 0 commenti
Gallerie d'Italia - In occasione del centenario dall’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale (24 maggio 1915), si rinnova la consolidata e preziosa collaborazione fra la Fondazione Cineteca Italiana e Gallerie d’Italia con una rassegna cinematografica di grande spessore. Una proposta di qualità che ben si inserisce nel programma di eventi che le Gallerie d’Italia di Milano, Napoli e Vicenza propongono in occasione dei progetti espositivi dedicati a La Grande Guerra.
LA TRINCEA A LA GUERRA BIANCA (56’)
La Prima guerra mondiale fu soprattutto una logorante guerra di trincea. I documenti cinematografici che presentiamo mostrano la vita delle truppe costrette dentro alle trincee in attesa della battaglia. Tra le più suggestive immagini cinematografiche che documentano il primo conflitto mondiale ci sono anche quelle girate dal pioniere milanese Luca Comerio sull’Adamello, in cui le truppe italiane affrontano nuovi terribili e micidiali nemici: il freddo, il ghiaccio, la neve.
Guerra sull'Adamello (Luca Comerio, 1918, b/n 21')
Affascinato dall’idea di progresso e dalla tecnologia militare, Luca Comerio, pioniere del cinema italiano, seguì al fronte le truppe italiane durante le guerre coloniali e la Prima guerra mondiale restituendoci delle immagini ricche di drammaticità .
Guerra sulle Alpi (Luca Comerio, (Anonimo, 1916, b/n 8')
Operazioni militari dei soldati italiani sulle Alpi durante la Prima guerra mondiale.
Dal Trentino al Rombon (Regio Esercito Sezione Cinematografica, 1917, b/n 8')
Il 1917 è, per la Grande guerra, l’anno più duro e difficile, in cui però il cinema patriottico di finzione e le attualità di guerra presidiano massicciamente le sale cinematografiche italiane. Dalla metà dell’anno tuttavia la sezione cinematografica dell’Esercito venne impegnata con più continuità in un’assidua opera di documentazione sui vari fronti del conflitto italo-austriaco. Dal Trentino al Rombon esplora il fronte montano e mostra immagini di una certa crudezza, di solito non visibili.
La battaglia dall'Astico al Piave (Silvio Laurenti Rosa, 1918, b/n 19', quarta e ultima parte del film)
Quarta e ultima parte di un documentario di montaggio dedicato all’esercito italiano impegnato in diversi scontri durante la Prima guerra mondiale. Si vede il volo su Vienna, la resa degli Austro-ungarici e l'annuncio della vittoria da parte di Diaz. Il film intreccia immagini di repertorio a scene ricostruite.
Presentazione del programma a cura di Matteo Pavesi, direttore di Fondazione Cineteca Italiana con accompagnamento al pianoforte del Maestro Antonio Zambrini.
9 maggio, ore 18.30
UOMINI CONTRO (Francesco Rosi, Italia/Jugoslavia, 1970, col. 101’)
Altopiano d’Asiago, 1916-17. Il generale Leone, dopo aver conquistato una cima considerata strategicamente indispensabile, dà l’ordine di abbandonarla. Poi cambia idea: occorre che la cima venga di nuovo tolta al nemico. Stanchi di essere mandati al massacro, una parte dei soldati inscena una protesta. Allora il generale ordina, come risposta, di punirli con la decimazione. Per evitarlo, il tenente Sassu si prenderà la responsabilità dell’accaduto chiedendo la grazia per i propri uomini.
Il film di Rosi meno direttamente ed esplicitamente legato all’attualità è anche quello impostato secondo schemi più classici, come se il regista non volesse farsi influenzare dalle parole d’ordine del momento e rischiare così di rincorrere la contestazione. Il racconto di guerra scorre asciutto e incalzante, valendosi anche delle fasi più descrittive per far emergere l’atrocità della condizione di combattente. Il generale Leone, infatti, è la quintessenza del militarismo ai limiti dell’automatismo. L’intenzione è, però, anche quella di pervenire alla comprensione della natura del conflitto e della sua logica di classe. Girato in Jugoslavia.
23 maggio, ore 18
SCEMI DI GUERRA (Enrico Verra, Italia, 2008, b/n e col. 50’)
Il documentario parla della Prima guerra mondiale da una prospettiva raramente indagata: usando i diari dei combattenti e le cartelle cliniche dei dottori, servendosi di materiale raro e spesso inedito, e repertori d’archivio. Racconta la nascita dello “shellshockâ€, una malattia fino ad allora sconosciuta di cui un gran numero di soldati soffrì e che si pensava di poter curare con gli elettroshock.
Originale e sconvolgente documentario su una pagina misconosciuta della storia del primo conflitto. Ha dichiarato il regista: «Non abbiamo il diritto di dimenticare o di nascondere certe crudeltà , perché le persone che sono state sottoposte ad esse non l’hanno fatto invano per poi essere dimenticate dall’umanità , quindi è giusto che tutti noi ricordiamo». Perciò, un film senza veli che fa uso di materiale d’archivio raccolto nei musei di tutta Europa. Tra gli sceneggiatori Quinto Antonelli, ricercatore del Museo Storico del Trentino. Il canale History Channel lo replicò decine di volte tra il 2008 e il 2009.
6 giugno, ore 18
JOYEUX NOEL – UNA VERITÀ DIMENTICATA DALLA STORIA (Christian Carion, Francia, Belgio, Germania, Romania, 2005, col. 113’)
Ispirato a un fatto realmente accaduto, il film narra una favola di Natale: sul fronte della Prima guerra mondiale nella notte di Natale del 1914, i soldati accampati dietro le trincee francesi, scozzesi e tedesche, improvvisamente decidono di deporre le armi e di scambiarsi auguri, sigarette, cioccolata e calorose strette di mano. Questo avvenimento sconvolgerà le vite di quattro personaggi: un pastore scozzese, un tenente francese, un tenore tedesco e una soprano danese...
Coproduzione europea presentata fuori concorso al Festival di Cannes nel 2006 e candidata sia al Premio Oscar sia al Golden Globe come film straniero nel 2006. Dopo aver fatto una panoramica sulla vita in trincea – qualunque sia il fronte –, il film riesce a raccontare un fatto commovente romanzandolo ma evitando la trappola del buonismo e dando il suo contributo morale. Carion dimostra un certo gusto per la descrizione dei personaggi, per i piccoli aneddoti e i dettagli solo in apparenza di colore. In colonna sonora anche l’Ave Maria, cantata da Natalie Dessay con accompagnamento della London Symphony Orchestra.
20 giugno, ore 18
PORCO ROSSO (Hayao Miyazaki, Dir. animazione: Masashi Ando, Giappone, 1992, col., 93’).
Alla fine della Prima guerra mondiale gli aviatori, ormai disoccupati, diventano “pirati del cielo†seminando il terrore con l’attacco delle rotte navali sull’Adriatico. Marco Pagot, alias Porco Rosso per via del suo volto che per effetto di un misterioso incantesimo si è tramutato nel muso di un maiale, è un cacciatore di taglie che, con il suo biplano rosso fuoco, si presta a contrastare i pirati e a recuperare quanto viene da loro rubato. Questi allora decidono di eliminarlo con l’aiuto di Donald Curtis, un aviatore americano privo di scrupoli.
Dopo il successo di Kiki. Consegne a domicilio (1989), Miyazaki coinvolge, seppur con qualche scrupolo, il proprio produttore nella bizzarra idea di un maiale aviatore nell’Italia del periodo fascista. Sotto le vesti di divertissement, un’opera tutt’altro che minore del maestro dell’animazione nipponica. Politico e libertario, il film riesce comunque a veicolare il messaggio senza appesantire la narrazione e tributa un commovente omaggio ai piloti caduti in tutte le guerre e sotto tutte le bandiere, grazie alla splendida sequenza onirica nella quale una galassia di aerei fantasma sfila mesta e solenne nell’immensità del cielo.
11 luglio, ore 18
I RECUPERANTI (Ermanno Olmi, Italia, 1970, col. 97’).
Altopiano di Asiago, secondo dopoguerra: il giovane Gianni torna al suo paese natale dalla campagna di Russia e si mette alla ricerca di un lavoro. Dopo una prima occupazione in una segheria abusiva, Gianni incontra una sera il vecchio Du che, in evidente stato di ubriachezza, si mette a straparlare e gli racconta che, recuperando dei residuati bellici metallici della Grande Guerra sulle montagne e rivendendoli, riesce a guadagnare il denaro sufficiente a sopravvivere Il protagonista, Gianni, è un reduce che all’indomani della Seconda guerra mondiale si ritrova senza lavoro. Sempre più in difficoltà , accetta l’offerta del vecchio Du di andare con lui in montagna a recuperare le bombe inesplose.
Prodotto e trasmesso dalla RAI, un raro caso di film d’autore che nasce da un’esperienza collettiva. Profondamente radicato nella realtà dell’ambiente descritto (l’Altopiano dei Sette Comuni, nell’asiaghese), il film si fa al tempo stesso riflessione sulla demenza tragica della guerra e ritratto di un personaggio fuori dagli schemi. Un film squilibrato nella sua struttura, come è squilibrata tutta l’opera di Olmi. Si ricreano, con la meditazione di Mario Rigoni Stern e il filtro critico di Tullio Kezich, la dimensione dell’avventura e della libertà nell’avventura. Premiato al Festival della Montagna di Trento e, nel 1975, distribuito a colori senza successo.
25 luglio, ore 18
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