Quando l'arte incontra la poesia, "La linea d'ombra" a Palazzo Leoni Montanari
Mercoledi 9 Marzo 2016 alle 10:36 | 0 commenti
TheArtsBox
Inaugura sabato 12 marzo presso gli spazi dell’Associazione TheArtsBox di Vicenza la mostra dal titolo “La Linea d’ombra†di Roberto Rampinelli, artista bergamasco classe 1948. Anteprima della rassegna internazionale di poesia e musica “Poetry Vicenza 2016†(20 marzo – 1 giugno), ideata e diretta da Marco Fazzini con il supporto del Comune di Vicenza e delle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari.
La mostra è curata dallo stesso Marco Fazzini e si presenta come un omaggio alla rappresentazione pittorica della natura morta e del paesaggio attraverso 30 opere di piccole e medie dimensioni, tutte realizzate con colori ad acqua su tavola, che dialogano con gli scritti di otto poeti nazionali e internazionali: Ryszard Krynicki (Polonia), Ana Luisa Amaral (Portogallo), Douglas Reid Skinner (Sud Africa), Douglas Dunn (Scozia), Julio Llamazares e David Jou (Spagna), Marco Fazzini e Valerio Magrelli (Italia). Ricerca, senso del rigore, simmetrie, solitudini, trasparenze, silenzio, possono essere così definiti i confini del lavoro artistico di Roberto Rampinelli, che vive e lavora tra Milano, Urbino e Amer in Catalogna, e che da sempre si è concentrato su un doppio, parallelo binario, la pittura e l’incisione, ma che a Vicenza si focalizzerà sulla sola versione pittorica. Esteticamente ispirato da Piero Della Francesca e dalla pittura quattrocentesca italiana, ma anche dalla lirica di De Chirico, Carrà , Morandi, senza dimenticare Kiefer, per Rampinelli l’incontro con “Poetry Vicenza 2016†è solo in parte casuale, perché la poesia è una delle matrici che ha sempre accompagnato l’artista nello sviluppo dei suoi dipinti. E’ stato lo stesso artista, che da sempre si sente affine alle emotività di scrittori come Brecht, Gozzano, Pavese,Villon e Leopardi, ad aver scelto di far dialogare i versi dei poeti sopra citati, e che parteciperanno alla rassegna vicentina, con alcuni dei suoi dipinti, perché capaci della stessa sensibilità e atmosfera. Conchiglie, tulipani, garofani, foglie di ginkgo, brocche, scodelle, scatole, pani, frutta, mestoli: sono questi i soggetti dei dipinti, ricchi in minuziosità e particolari, di Roberto Rampinelli, nonché il tradizionale repertorio di oggetti comuni al mondo della natura morta, pittura per la quale a volte manca la preparazione e la conoscenza per saperla leggere, interpretare ed apprezzare. In quella che è una perizia tecnica che sfiora spesso il virtuosismo, l’artista parte dall’elemento reale per sbocciare in una dimensione simbolica, dove la pittura rimane sospesa, nello spazio così come nel tempo. E la “linea d’ombra†è l’esile “spaccatura†che permette la leggibilità dell’opera di Rampinelli da parte dell’osservatore nel momento in cui decide di cogliere la consistenza linguistica degli oggetti rappresentati, decisione fondamentale per chiarire la dimensione poetica della sua pittura: “Tutto è reale nella sua pittura, ma nulla rimanda al realismo, alla concretezza di elementi rinvenibili nella fisicità del quotidiano†scrive Giuseppe Ardrizzo nel testo in catalogo. Analoga intensità , sospensione e poesia affiora dall’altro soggetto che ritroviamo nelle opere di Roberto Rampinelli: i paesaggi brulli e senza piante, dove anche la presenza dell’uomo è quasi del tutto scomparsa. Ma sia nelle nature morte sia nei paesaggi di Roberto Rampinelli ci si ritrova davanti a una intensa pittura d’emozione, non di soggetto, dove il metodo di realizzazione è – contrariamente alla fase di costruzione del dipinto - assolutamente libero, dove avviene la narrazione di una pittura e non il suo contrario, come ha giustamente precisato Giuseppe Ardrizzo adeguando una riflessione di Jean Ricardoual al lavoro di Rampinelli. E tutto questo accade grazie a quella dimensione straniante di solitudine nella quale l’artista si ritrova a meraviglia e si muove liberamente, unico spazio di ricerca non nostalgico della “memoria delle cose, memoria di una bellezza irrimediabilmente persa, che non c’è più, ma che credo possa rinascere nel filtro vitale del ricordoâ€.
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