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Prosegue l'inchiesta sui veleni della A31, Zanoni: si arrivi a processo e sentenza esemplare

Di Redazione VicenzaPiù Mercoledi 29 Gennaio 2014 alle 20:45 | 0 commenti

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On. Andrea Zanoni, PD - Venerdì 31 gennaio 2014, il giudice del Tribunale di Venezia, Andrea Comez, procederà alla nomina dei periti di parte nell’ambito dell’incidente probatorio nell’inchiesta relativa alla presunta presenza di materiali inquinanti nel sottofondo dell’A31 Valdastico Sud. Gli esperti, un chimico, un geologo e un ingegnere edile, dovranno stabilire quali materiali siano stati sepolti sotto il manto stradale.

L’inchiesta è stata aperta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia che, a luglio 2013, ha inviato 27 avvisi di garanzia per imprenditori vicentini, veneti e lombardi e i vertici della società autostradale, con le accuse di falso ideologico e traffico illegale di rifiuti in forma organizzata,  a seguito di un esposto presentato dalle associazioni Medicina Democratica e Associazione italiana esposti amianto (AIEA). Nel documento si sottolineava un presunto inquinamento delle falde sotto il cantiere dell’A31 Sud per la presenza di rifiuti di acciaieria altamente tossici. In particolare, a far scattare le indagini è stato un episodio accaduto ad Albettone (VI): la morte di un cane dopo aver bevuto da una pozza vicina al cantiere dell’A31 Sud.

A questo punto i 27 indagati, accusati di traffico illegale di rifiuti e di falso ideologico, potranno nominare i loro consulenti. Dalle analisi già compiute dai periti della Procura veneziana nei lotti vicentini 4, Montegaldella-Albettone, 5 ovvero lo svincolo Albettone-Barbarano, e  6, il viadotto sul Bisatto nei comuni di Albettone e Agugliaro risulterebbe che dal 2009 sarebbero stati sepolti sotto il manto stradale 155 mila 836 metri cubi di scorie e rifiuti tossico nocivi.

Il Pubblico Ministero Rita Ugolini, che coordina le indagini, ha rilevato che “a seguito dell’incarico conferito in forma collegiale ai consulenti sono emersi elementi che fanno ritenere fondata la denuncia presentata congiuntamente da AIEA (Associazione italiana esposti amianto) e da Medicina Democratica Vicenza, sicché si rende necessario esperire una consulenza  tecnica di natura irripetibile limitatamente  ai  lotti in cui è stata suddivisa la costruzione dell’autostrada A31, tronco Vicenza-Rovigo”. Sul tavolo della Magistratura ci sarebbero anche le foto dei mezzi che spalmano il materiale sul manto stradale.

L’eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della Commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, ha affermato: «Auspico che le  indagini proseguano serrate. È necessario si arrivi ad un processo che si concluda con condanna esemplare. Deve essere comminata una pena severa senza sconti, riconoscendo il risarcimento dei danni alle parti civili. Solo in questo modo si avrà una sentenza che potrà servire da deterrente per evitare in futuro episodi gravissimi. I cittadini sono costretti a vivere con materiali altamente tossici a due passi dalle loro abitazioni e si servono di una falda acquifera potenzialmente inquinata da veleni, con violazione della Direttiva quadro sulle Acque 2000/60/CE. Purtroppo sembra che in Veneto fosse prassi smaltire rifiuti tossico-nocivi sotto il manto stradale. Fortunatamente si è mossa la Magistratura, aprendo un’inchiesta grazie agi esposti delle associazioni Medicina Democratica e Associazione italiana esposti amianto».

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