Proposta Ue su revisione veicoli, Bizzotto s'oppone: sul lastrico milioni di officine
Giovedi 18 Aprile 2013 alle 14:20 | 0 commenti
Mara Bizzotto, europarlamentare Lega Nord - "La proposta della Commissione europea sulla revisione dei veicoli, se attuata, si tradurrà nell'ennesima stangata per l'economia italiana con la scusa della sicurezza stradale e dell'armonizzazione delle regole".Â
Così Mara Bizzotto, europarlamentare della Lega Nord e membro della Commissione Trasporti al Parlamento Europeo, si schiera contro il provvedimento presentato da Bruxelles che intende imporre l'obbligo, in tutta Europa, di mantenere divise le strutture adibite alla revisione da quelle addette alla riparazione. Con un'interrogazione presentata alla Commissione Ue, la Bizzotto ha ribadito che, "se la sicurezza resta un'assoluta priorità , non esiste alcuno studio o statistica che dimostri una stretta correlazione tra guasti tecnici dei veicoli (tra l'altro già sottoposti per legge a controlli periodici nei vari Stati membri, Italia in primis) come causa principale di incidente stradale".
Tanto che, scandisce l'europarlamentare Bizzotto, "in Germania, dove le revisioni sono da tempo affidate a soggetti diversi dalle officine, nel biennio 2010-2011 si è registrato un aumento del numero delle vittime di incidenti stradali pari al 10%, a fronte invece di un -4% registrato in Italia, dove le imprese di riparazione si occupano anche dei controlli di legge".
Ciò detto, l'on. Bizzotto insiste sulla necessità che la Commissione UE riveda la sua proposta considerando "i rischi che un mercato oligopolistico delle revisioni, ispirato più ai profitti che alla sicurezza, potrebbe provocare ai cittadini d'Europa. Ma quel che è peggio - sottolinea la Bizzotto - è il grave colpo che, in tempi di storica recessione, verrebbe assestato al sistema di piccole medie imprese italiane che hanno investito in protocolli molto costosi per ottenere le certificazioni e dotarsi delle apparecchiature necessarie a svolgere le revisioni: con la nuova norma rischierebbero il fallimento".
"Senza considerare le ripercussioni sugli automobilisti della penisola, già trattati sistematicamente come bancomat dal governo di Roma e spremuti come limoni a suon di aumenti delle accise, imposte sull'auto, assicurazioni e tariffe autostradali - conclude Mara Bizzotto - Vogliamo gravarli anche da Bruxelles di un altro ingiustificato aumento del costo dei servizi e della burocrazia?".
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