Profughi, Ciambetti: un conto è l'emergenza, un conto è il casino
Mercoledi 23 Luglio 2014 alle 19:00 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, assessore Regione Veneto - “Un conto è l’emergenza. Un conto è il casino. Affrontare la prima con il secondo significa solo inguaiarsi ed è quello che ha fatto e sta facendo il governo italianoâ€. Dopo un confronto con  alcuni sindaci dei centri minori del Veneto “preoccupati per quanto si fa profilandoâ€Â  l’assessore regionale del Veneto agli enti locali Roberto Ciambetti lancia l’ennesimo ‘warning’ per una situazione che “gestita con superficiale e colpevole dilettantismo rischia di innescare una serie di tensioni difficilmente governabili".
"Mare Nostrum è stato ed è un fallimento, sancito dall’arroganza e supponenza con cui lo stato centrale ha scaricato nel territorio, nei sindaci delle comunità minori, problemi e responsabilità : lo stato ordina, detta consegne, impone all’ultimo minuto senza preavviso e il sindaco deve eseguire, neanche fosse un soldatino acefalo costretto a fare i conti con ordini ingiusti e a gestire la giusta rabbia e preoccupazione degli abitanti. Anche l’ultima trovata, il chiamare a raccolta in summit organizzati dai Prefetti i sindaci dei capoluoghi provinciali, quando sappiamo bene che a pagare le conseguenze maggiori saranno invece i centri minori, è l’ennesima riprova dell’atteggiamento pilatesco di chi alla fine si lava le mani dei problemi della gente qualunqueâ€. L’assessore Ciambetti non lesina critiche. “Si parla di utilizzare le caserme dismesse, ma i sindaci interessati lo s coprano da indiscrezioni giornalistiche, perché verranno informati solo a cose fatte o, come si dice a Firenze,  a babbo morto. Nelle prossime 48 ore si prevede l’invio in Veneto di almeno 200 profughi, l’ennesima tranche di un nuovi contingente che vedrà altre 600 unità a breve, e si punta a creare di punti di smistamento destinati all’accoglienza per un numero limitato di giorni – ha spiegato Ciambetti – ma nessuno a Roma o nelle prefetture si interroga sulle tensioni che vanno crescendo nel territorio: cosa può pensare quel pensionato che percepisce meno di mille € al mese, il disoccupato, la famiglia che non ce la fa a tirare avanti con uno stipendio solo, il cittadino che fatica a pagare il mutuo, l’imprenditore che non riesce accadere al credito davanti ai 38,5 € spesi dal governo al giorno per profugo? E da chi va a protestare il cittadino in difficoltà giustamente indignato perché il suo Comune magari è costretto ad ospitare una trentina  di profughi, ma non può spendere un Euro in più nell’assistenza sociale per anziani, disabili, cittadini in difficoltà perché lo impone il patto di Stabilità ? Da una parte si invoca il dovere dell’ospitalità , dall’altra si fa calare la scure del Patto di stabilità , quasi che ad aiutare i propri connazionali, contribuenti spremuti all’inverosimile, sia un crimine. Non dimentichiamo – ha concluso Ciambetti – che i profughi inviati in Veneto si inseriscono in un territorio già gravemente e tristemente gravato dai problemi dell’immigrazione, della clandestinità , dell’elevata quota di immigrati senza lavoro. Basta leggere le cronache quotidiane: in città come Vicenza ci sono aree ormai off limits nelle quali è pericoloso avventurarsi anche durante il giorno. Il problema della sicurezza sta esplodendo, ma i prefetti sono impegnati a individuare centri di smistamento, caserme dismesse, attivare convenzioni con organismi assistenziali per ospitare i profughi. I sindaci dei centri minori hanno tutte le ragioni di questa terra ad essere preoccupati per la superficialità allarmante in cui va crescendo una tensione sottostimata dalle autorità stataliâ€
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