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Professoressa trans del Rossi, "difendono" le scelte personali We Want Sex, Starfish e TransFormazione: se trans non può insegnare, fascista Elena Donazzan non sia assessore

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 15 Aprile 2017 alle 15:06 | 0 commenti

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Sul "caso" della insegnante trans del Rossi di Vicenza, che ha generato prese di posizione opposte e più o meno condivisibili, quando si valuta una persona per le sue scelte personali e non per la sua professionalità, ma anche un'azione dimostrativa davanti all'Istituto scolastico, pubblichiamo dopo questa "prefazione" anche quella dell'Assemblea permanente We Want Sex, di Laurella Arietti di progetto TransFormazione e del Collettivo Starfish. Vorremmo contribuire a farne discutere senza preconcetti e nel rispetto di chi viene considerato "non normale" in base a concetti che molti accettano, altri no in ciò stesso mettendo in discussione l'universalità della "definizione" della normalità (nella foto un altro caso di trans che insegna, ndr). 

A noi piace dare spazio a tutti ma facciamo una, sia pur irriverente, domanda per invitare a un confronto che non sia solo scontro ideologico: "è stato giusto crocifiggere Gesù Cristo solo perchè non era un nomale ebreo"? Il direttore

 

Immagina di essere un'insegnante precaria, non è poi così difficile, e finalmente hai la possibilità di fare una supplenza in un istituto scolastico nella materia in cui ti sei preparata. Al termine della tua supplenza alcuni studenti, solo ed esclusivamente perché sei una donna trans, decidono di indagare sulla tua vita privata e all'improvviso, per alcune foto trovate in internet, la tua vita viene sbattuta sulle prime pagine dei quotidiani.

Addirittura l'assessora all'istruzione, formazione e lavoro della tua regione dichiara che dovresti essere sospesa dall'incarico, radiata dalle graduatorie d'istituto e sostiene che le persone come te non dovrebbero insegnare in base alla loro natura.
La tua professionalità in quanto insegnante viene giudicata in funzione della tua vita privata, dei tuoi gusti sessuali e del tuo genere. Nessuno si chiede se hai svolto bene il tuo lavoro?
In definitiva immagina che si stia consumando una caccia alle streghe e che l'obiettivo sia tu e che il motivo sia soltanto la tua identità di genere transessuale.
Non serve immaginare, ciò è accaduto proprio in questi giorni nella nostra città.
Questa insegnante ha infranto la legge?
Ha mancato alla sua professionalità?
Assolutamente no, nulla di tutto questo.
Questa insegnante svolge semplicemente un altro lavoro, è una sexworker che esercita la sua professione in luoghi reali e virtuali rigorosamente per adulti e nettamente distinti dagli istituti scolastici. È una donna precaria come tante, una persona trans che ha deciso liberamente di usare le proprie competenze cognitive e sessuali per arrivare a fine mese, una professionista impeccabile vittima di un doppio pregiudizio: quello contro le persone trans e quello che investe il lavoro sessuale.
L'assessora Elena Donazzan ritiene che una persona transessuale non possa fare l'insegnante.
Noi riteniamo che una persona con incarichi istituzionali non possa essere fascista, non debba effettuare discriminazioni di genere, né per nascita né per elezione e soprattutto in questo caso, fare dichiarazioni palesemente transfobiche.
Cara Donazzan, il nostro non è uno stato etico, ma uno stato di diritto. Spesso hai esternato dichiarazioni razziste, omofobe e transfobe, la doppia morale non vale.
Vorremmo ricordare che il codice deontologico degli insegnanti impone ad essi la dignità e il rispetto della persona, che esclude ogni discriminazione per razza, sesso, credo politico e religioso, provenienza familiare, condizioni sociali e diverse abilità, e il rispetto del pluralismo delle idee. A noi sembra che a non rispettare il codice deontologico degli insegnanti sia proprio l'assessora all'istruzione.
Pensiamo che la vicenda sia stata gestita a livello mediatico attraverso un linguaggio errato e non rispettoso della dignità della persona, in modo strumentale per fomentare l'odio e la discriminazione, stigmatizzando le persone trans ed il lavoro sessuale.
Noi siamo dalla parte di questa insegnante e crediamo che ciò che servirebbe all'istruzione siano delle politiche di integrazione ed educazione alle differenze che tengano conto delle diverse identità di genere e dei diversi orientamenti sessuali sin dai primi gradi d'istruzione scolastica.
Solo in questo modo potremo educare i/le giovani al rispetto delle persone, della loro dignità, della loro sfera sessuale ed affettiva che in questo ed altri casi è venuto a mancare.
Assemblea permanente We Want Sex
Laurella Arietti progetto TransFormazione
Collettivo Starfish


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