Quotidiano | Categorie: Fatti

Presentato oggi “Conversazioni 2017. 70° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico”

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 25 Maggio 2017 alle 15:47 | 1 commenti

ArticleImage

È stato presentato oggi nell'Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza il programma di "Conversazioni 2017 - 70° Ciclo di Spettacoli Classici". Ne hanno parlato il vicesindaco di Vicenza e assessore alla crescita, Jacopo Bulgarini D'Elci, il presidente della Fondazione Teatro Comunale di Vicenza Roberto Ditri e il curatore artistico, Franco Laera. Secondo il vicesindaco Bulgarini D'Elci "Classico non è quello che è sempre di moda, ma ciò che non è mai di moda perché sa, rinnovandosi, parlare sempre la lingua aspra della contemporaneità. Per questo il Ciclo di Spettacoli Classici, con il pieno sostegno dell'amministrazione comunale, ha scelto con decisione di scegliere nuove strade, aprendosi coraggiosamente al mondo".

Un punto di vista condiviso anche dal presidente della Fondazione, Ditri che ha sottolineato come "arrivato alla sua settantesima edizione il Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico dimostri di saper rispettare e onorare il passato, essendo però capace di presentare al pubblico la classicità con gli occhi e la mente di oggi".

"É la mia principale intenzione - ha spiegato Laera - coniugare radici e cambiamento, a partire da un palcoscenico eccezionale, e difficile, come l'Olimpico: farne un incubatore di creatività. Dialogare con questo straordinario monumento è ciò che chiediamo a chi entra all'Olimpico portando i suoi spettacoli. Ma dialogo intenso anche con Vicenza e con i suoi luoghi storici: passare da un ciclo tradizionale ad un festival di respiro internazionale significa proprio animare e valorizzare gli splendidi monumenti, parlando al tempo stesso, attraverso il linguaggio del teatro, al mondo".

Il programma di quest'anno - il secondo del triennio curato da Franco Laera con Adriana Vianello e Virginia Forlani, che ha trasformato il Ciclo in un vero e proprio festival delle arti performative - si apre con un "prologo", il 21 giugno, dedicato al Teatro Noh giapponese.Okina e Hagoromo sono due spettacoli tradizionali presentati da altrettanti maestri, Kazufusa Hosho e Tatsunori Kongo, che si esibiranno in esclusiva europea all'Olimpico di Vicenza prima di recarsi a Roma per una recita nella Città del Vaticano.

Il 70° Ciclo prende avvio il 14 settembre al Teatro Astra con il ritorno a Vicenza di Robert Wilson con lo spettacolo "cult" Hamletmachine con il testo di Heiner Müller, nella nuova versione realizzata per il 60° Festival di Spoleto dall'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio d'Amico". All'Olimpico dal 22 al 24 settembre andrà in scena La Trilogia degli Elementi (Ismene/Fedra/Aiace), opera "per voce sola e macchine celibi" che la Compagnia Khroma di Enrico Bagnoli e Marianne Pousser ha tratto dai testi del poeta greco Yiannis Ritsos.

Molti i luoghi della Città coinvolti quest'anno da Conversazioni: sotto il cielo notturno tra le mura della corte barocca di Palazzo Leoni Montanari 20 Silences di Charles Chemin e Dom Bouffard immergerà il pubblico in immagini e musica dallo spazio infinito per una "drammaturgia dello sgomento" (22-23 settembre).

Si torna al palcoscenico del Teatro Olimpico (27 e 28 settembre) con la ben diversa atmosfera del teatro popolare e della commedia dell'arte di Stivalaccio Teatro che porta in scena in prima nazionale Il Malato immaginario - L'ultimo Viaggio ispirato a Molière per la regia diMarco Zoppello.

Excursus nella grande musica barocca con l'esecuzione della Matthäus Passion di J. S. Bach nell'esecuzione "semi-scenica" dell'Ensemble veneto Il Teatro Armonico diretto da Margherita Dalla Vecchia (Teatro Olimpico, 30 settembre e 1 ottobre).

Ad un secolo esatto dalla Rivoluzione bolscevica del 1917, lo Stanislavsky Electrotheatre di Mosca presenta Octavia. Trepanation, un'opera di Boris Yukhananov e Dmitri Kourliandski, spettacolare lavoro corale che ci mette di fronte ad una radicale riflessione sulla violenza, a partire dalla tragedia di Seneca e dagli scritti di Trotsky su Lenin (Teatro Olimpico, 5-8 ottobre).

Ovidio, di cui si ricorda il bimillenario della morte, ha ispirato Metamorfosi, una performance tra arti visive e drammaturgia sperimentale a Palazzo Chiericati, ideata e realizzata dalla scultrice e pittrice Giulietta Gheller e dall'attrice Debora Pradarelli (28 settembre - 1 ottobre).

Conversazioni 2017 si chiude all'Olimpico nel nome di Euripide e Seneca. Micaela Esdra sarà Medea per la regia di Walter Pagliaro, in una produzione del festival siciliano Teatro dei due Mari arricchita dalle installazioni di Michele Ciacciofera e dalle musiche di Germano Mazzocchetti che porta in primo piano la tremenda attualità della condizione dei migranti (13-15 ottobre).

Grande attesa ha suscitato anche l'annuncio dei progetti per l'edizione del prossimo anno: il Teatro Olimpico di Vicenza si caratterizza così come un vero e proprio incubatore di progetti originali, una fucina di "works in progress" in cui sono già al lavoro nomi di grande prestigio internazionale come quello dello stesso Robert Wilson con il suo nuovo Oedipus Rex, Ryoji Ikeda con una installazioneperformance disegnata appositamente per la Basilica Palladiana, Enrico Melozzi e Carlo Presotto con il loro progetto sul compositore venezianoAndrea Gabrieli e Peter Greenaway che, assieme a Saskia Boddeke e Giovanni Sollima annuncia un Pandora's Box tratto da Le opere e i giorni di Esiodo.


Commenti

Inviato Giovedi 25 Maggio 2017 alle 16:36

Il vicesindaco ha frequentato il Ginnasio- Liceo Classico "A. Pigafetta" ,ma è meglio che ripassi la definizione di classico data dal Dizionario Treccani che se ne intende del termine:"clàssico agg. [dal lat. classÄ­cus (der. di classis: v. classe) «appartenente alla prima classe dei cittadini», e, riferito a scrittori, «di prim’ordine»] (pl. m. -ci). – 1. Appartenente al mondo o all’antichità greca e latina, considerate come fondamento della civiltà e della cultura: mondo c., civiltà c., poesia, letteratura c., lingue c., pensiero c.; poeti, prosatori c.; autori o scrittori c. (frequente, in queste ultime accezioni, l’uso come sost.: i classici). Arte c., l’arte greca e romana dalle origini fino al sec. 4° d. C. In partic., nella storia dell’arte greca, periodo c., quello che va dalla metà circa del sec. 5° a. C. alla morte di Alessandro Magno (323 a. C.). Educazione c. (o umanistica), quella che ha per base lo studio del mondo classico. Istruzione c., ramo dell’istruzione media o secondaria che ha il fine di fornire una cultura di tipo umanistico, impartita nel ginnasio e nel liceo classico. Lettere c., indirizzo degli studî universitarî che si basa essenzialmente sullo studio del latino e del greco (in opposizione a lettere moderne). 2. a. Per estens. (spesso sostantivato), perfetto, eccellente, tale da poter servire come modello di un genere, di un gusto, di una maniera artistica, che forma quindi una tradizione o è legato a quella che generalmente viene considerata la tradizione migliore; con riferimento ai più importanti autori delle letterature moderne e alle loro opere: i c. italiani; una collezione di c. francesi; lo studio dei c. tedeschi, ecc.; e, per altre discipline: un pittore c.; un musicista c.; i c. della scultura italiana (analogam., nell’uso più recente: un c. dello schermo, un c. dei romanzi gialli, e sim.); un c. è un’esperienza radicale, un incontro che ci modifica, non un ritrovamento di aspetti reperibili in altri (Giuseppe Pontiggia). b. Con ulteriore estens., in frasi come le seguenti: è un’opera divenuta c. negli studî di diritto (cioè d’importanza fondamentale, consacrata come modello); la terra c. delle belle arti, della musica, del pensiero filosofico (che ha prodotto cioè le opere migliori nelle belle arti, ecc.); analogam., la terra c. della libertà (le cui istituzioni sono ritenute di esempio ad altri popoli liberi), ecc. c. Esprime un giudizio di perfezione nella locuz. bellezza c., riferita a una donna (ma può anche significare: che ha la purezza di linee delle statue antiche). d. Con senso più prossimo a «tradizionale», nell’abbigliamento: taglio c., linea c., stoffe c., colori c., le linee, i colori, ecc. che, per la loro semplicità e serietà, dominano per lunghi periodi di tempo e rimangono moderni nonostante la mutabilità e le bizzarrie della moda. e. Tipico, fortemente caratterizzato: Andrea è il c. tipo dello sgobbone, cioè il vero tipo, il tipo per eccellenza; è un c. esempio di ..., l’esempio tipico e ormai tradizionale. Può acquistare perciò, in alcune locuz., il sign. di originale, eccezionale (per la sua tipicità): questa è classica!, questa è bella! (di fatti o detti sorprendenti); ma sai che sei classico!, sei proprio un tipo originale. 3. Nella prima metà dell’Ottocento presero il nome di classici (più propriam. avrebbero dovuto chiamarsi classicisti) gli scrittori che sostenevano la fedeltà alle regole e ai modelli della tradizione letteraria, contro i romantici innovatori. 4. In musica, attributo che qualifica, in senso lato, la musica dei grandi compositori, spec. strumentalisti, d’ogni tempo e paese, e in senso stretto i grandi compositori operanti tra la fine del barocco e il principio del romanticismo (Haydn, Mozart, Boccherini, Clementi, Cherubini, Beethoven). Nel linguaggio com., musica c., la musica cólta dei secoli passati, contrapposta alla cosiddetta musica leggera. 5. Danza c., la danza, precedente al sec. 19°, in cui i passi erano eseguiti, secondo figure determinate, da una o più coppie e in cui il cavaliere, separato dalla dama, le dava appena la mano. Comunem., per danza c. s’intende però la danza come espressione artistica, di solisti o di gruppi, condotta da musiche «classiche», con o senza appropriate scenografie. 6. In economia, scuola c. (detta anche economia c.), la scienza economica, fiorita soprattutto in Gran Bretagna nella prima metà del sec. 19° (suo massimo esponente fu D. Ricardo, 1772-1823), che, partendo da premesse individualistiche e liberistiche e servendosi del metodo deduttivo, giunse alla formulazione di leggi economiche generali ritenute valide per tutti i tempi e tutti i luoghi. 7. In diritto, scuola c., l’indirizzo di studî penalistici che, succedendo al prevalere dell’illuminismo, si sviluppò dai primi decennî alla fine del sec. 19°, basandosi sulla teoria che il diritto penale è dedotto da regole assolute, immutabili nel tempo e nello spazio, perché congenite all’uomo, che il delitto va considerato come ente giuridico astrattamente inteso, e che la pena ha funzione di retribuzione etica. 8. Fisica c.: la scienza fisica fondata su una visione dei fenomeni quale si aveva prima delle acquisizioni più recenti, e, specificamente, prima dell’introduzione delle vedute quantistiche e relativistiche (inizî del sec. 20°); l’agg. è contrapposto a relativistico e a quantistico anche in espressioni riferite a parti della fisica (meccanica c., elettrodinamica c.) o a fenomeni, enti, grandezze considerati nell’ambito della fisica classica. 9. Gara c. (anche s. f., la c.), competizione sportiva che si ripete ogni anno con la partecipazione di concorrenti nazionali e stranieri, e che, pur non dando luogo all’assegnazione di alcun titolo, assume un notevole rilievo ai fini della determinazione di una graduatoria dei valori sportivi; una classica di ciclismo in Italia è la gara ciclistica Milano-Sanremo (detta anche la classicissima). â—† Avv. classicaménte, al modo classico, secondo il modello o la concezione classici, o tali considerati: una prosa classicamente limpida; un gruppo marmoreo classicamente atteggiato o drappeggiato; un profilo classicamente perfetto; meno com. con riferimento ad alcuni usi estens. di classico (cioè tradizionalmente, tipicamente, e sim.).
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.



ViPiù Top News


Commenti degli utenti

Mercoledi 19 Dicembre 2018 alle 07:01 da kairos
In Mostra al Chiericati, Caterina Soprana (Commissione Cultura) risponde ai giovani del Pd: "realizzata a costo zero per il Comune"

Domenica 2 Dicembre 2018 alle 17:35 da Kaiser
In Mostre e eventi: due diverse concezioni non confrontabili ovunque e anche a Vicenza
Gli altri siti del nostro network