Quotidiano | Categorie: Cultura

Presentato il Cammino Fogazzaro - Roi, dedicato ad Antonio Fogazzaro e al marchese Giuseppe Roi, suo pronipote

Di Italo Francesco Baldo Lunedi 24 Aprile 2017 alle 09:44 | 0 commenti

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A palazzo Cordellina, sede della Biblioteca civica di Vicenza "Bertoliana" è stato presentato il Cammino Fogazzaro - Roi, dedicato al grande scrittore e al suo ultimo discendente, mecenate della cultura, che vuole essere il primo dei Cammini Veneti, itinerari lunghi (di base pedonali), che l'Associazione Cammini Veneti ha delineato e sviluppato in zone segnatamente di campagna e collina nel territorio veneto. Il Presidente dell'Associazione Andrea Cevese ne è stato il promotore e con lui Paola Franco e molti altri, che intendono valorizzare il territorio del Veneto, le sue bellezze naturali/paesaggistiche, unendole a quelle culturali/ artistiche e non dimenticando neppure quelle sportive.

 Il Cammino Fogazzaro - Roi è frutto del lavoro di un gruppo di volontari che amano l'armonia del ritmo del cammino e amano il proprio territorio. Questo itinerario vorrebbe far conoscere e apprezzare la parte della provincia di Vicenza che si snoda fra Montegalda e Tonezza del Cimone.

Il Cammino Fogazzaro - Roi tocca luoghi e ville cantati dallo scrittore vicentino Antonio Fogazzaro, e tanto cari al suo pronipote, il marchese Giuseppe Roi, un "diplomatico" della cultura e della bellezza della terra veneta nel mondo.

Il Cammino Fogazzaro - Roi non poteva che essere concepito in occasione del centesimo anniversario della morte del grande scrittore (1911-2011) che fin da giovane amò i paesaggi dei luoghi che via via nella vita ebbe occasione di vedere e sui quali soffermò la propria attenzione poetica e di scrittore, fin da una delle sue prime poesie Una ricordanza del Lago di Como, (Versi, Vicenza, Paroni, 1863 per Nozze Scola-Patella) e in tutte le sue opere, anche quelle della maturità.

Con capacità sempre lo scrittore descrisse il paesaggio come attesta la Prefazione a Miranda, ma egualmente nella poesia Colmaregia ci avverte quale importanza abbia la natura per il poeta stesso: "Selvaggio orgoglio della Natura / mette al poeta stupor, paura.." In Valsolda canta "le mille severe e graziose fantasie della natura". E potremo continuare con Un'idea di Ermes Torranza e i paesaggi dei Colli Euganei e con Il Mistero del Poeta e la funzione pacificante della natura: "Sostai in riva al lago torbido e immobile, contemplando quella pace di natura che tanto riposa dopo un lungo viaggio." Come bella è la Sonata del chiaro di luna e delle nuvole in Piccolo mondo antico o la visita a Villa Diedo al tramonto in Piccolo mondo moderno dove "la marchesa nel suo complicato cervello ci aveva pure una cellula per il senso della bellezza dei fiori, degli alberi e dei giardini".

Porseguire con Il Santo: "sopraggiunse Maria, si rinnovarono le presentazioni e di Leynì raccontò la sua storia, mentre Marinier girava i piccoli occhi scintillanti per il paesaggio, dalla piramide di Subiaco, quinta fosca del chiaro sfondo di ponente, ai prossimi carpineti selvaggi del Francolano che serra, scuro e grande, il levante."

Come non ricordare i molti riferimenti ai fiori, ai rododendri in Leila. Potremo continuare attraversando tante opere del poeta anche le minori. Sempre il paesaggio, la natura nella sua complessità anche dell'animo naturale umano compare e se soffermeremo il nostro sguardo e pensiero lungo Il cammino Fogazzaro-Roi, sempre coglieremo quelle istanze che lo scrittore ci ha proposto con conoscenza degli elementi naturali, della botanica e persino della mineralogia, ben conscio che l'uomo non vive isolato, ma dentro la natura le sue bellezze, ma anche i suoi squarci terribili.
Lungo Il Cammino si avrà modo di cogliere tutto questo e senza dubbio l'amore per la natura per i suoi aspetti anche quelli canori, furono certo indicati dal suo maestro, quel poeta che non può essere dimenticato: parliamo di Giacomo Zanella maestro non solo di latino, ma anche di poesia, di vita per il giovane Antonio Fogazaro, che mai lo dimenticherà e apprezzò quell'inno alla natura/paesaggio contenuto in molti sonetti dell'Astichello, il fiume che passa anche davanti alla sua villetta a Cavazzale-Monticello Conte Otto, dove trovò quiete, quella quiete che la natura il paesaggio regala agli uomini che lo sanno intendere.
Fin dal 1905 Renato Simoni nella rivista "La lettura" (n.° di Novembre) sottolineò, poco prima dell'uscita del romanzo Il Santo, l'importanza del paesaggio nei romanzi di Fogazzaro, nel libro che stava per essere presentato al pubblico, ma anche nei precedenti, in particolarmente nel Daniele Cortis, dove ben evidenziata il compiacersi del protagonista con la natura. Ma anche nel capitolo VI di Malombra: "Quel mostruoso scoglio mezzo nudo, tanto amato dall'edere, tanto paziente dei rovi, era la vita, la parola, la passione del paesaggio. Don Innocenzo aveva fatto portar lì un sedile rustico e vi passava delle ore a leggere, a pensare."
Come non pensare poi, quasi al termine del Cammino Fogazzaro - Roi a Tonezza e alla Villa La Montanina a Velo d'Astico, senza dimenticare la villa di Oria sul lago di Lugano e a tutti i paesaggi che si incontrano, all'animo del poeta e quindi a rileggerlo? Ben avendo anche in mente lo scritto di Guido Piovene, pubblicato in "La lettura" del 1942 (anno centenario della nascita dello scrittore) Fogazzaro e il paesaggio vicentino e riedito recentemente, nel 2011 dall'Editrice Veneta di Vicenza nel 2011.
G. Piovene coglie quella interrelazione tra romanzi e personaggi che ben esprimono l'animo del Fogazzaro in tutto il corso della sua vita.
L'iniziativa del Cammino Fogazzaro-Roi ci fa cogliere anche questo aspetto e in modo significativo quel sentire il paesaggio che nasce e medita sul destino dell'uomo, cosa di cui oggi vi è grande necessità.

Per informazioni clicca qui.


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