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Prelievi forzosi e gattopardi da smacchiare

Di Citizen Writers Giovedi 21 Marzo 2013 alle 07:57 | 0 commenti

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Di Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio
 Fanno scalpore le parole di Joerg Kraemer, capo economista della Commerzbank, secondo il quale l'ipotesi di un prelievo forzoso nei conti correnti degli italiani non è così peregrina, ma preoccupano ancor più le considerazioni di Wolfgang Münchau che nel Financial Times non se la sente di considerare irrazionale una eventuale corsa al ritiro dei risparmi da parte dei correntisti nelle banche italiane, spagnole e portoghesi.

Landon Thomas Jr, corrispondente per l'area finanza da Londra del New York Times , manifesta grande perplessità sullo stato di salute, sempre peggiore non solo a suo dire, delle banche italiane, chiamando in causa analisti ed esperti del calibro di Blundell-Wignall.
In italia si cerca di spegnere ogni principio di incendio, l'Abi rassicura, il governo tranquillizza anche se Mario Monti, a nome dell'Italia, ha dato il suo placet al prelievo forzoso a Cipro spianando così la strada a future applicazioni difficilmente contestabili domani. Creare precedenti comporta rischi.
Come assessore al Bilancio e agli Enti Locali di una delle tre Regioni in cui i cittadini versano allo stato ben più di quanto non ricevano, la prudenza sul tema dei prelievi forzosi è forzata; non si è mai troppo prudenti con uno Stato che ha introitato l'88% delle maggiori entrate nelle ultime manovre e con la spending review ma taglia spese nell'amministrazione centrale per un misero 0,8% imponendo l'abbattimento di spese e servizi per percentuali a due decimali (oltre il 14 per cento) negli enti locali. A modo suo, il governo italiano il prelievo forzoso lo ha già fatto, vuoi inasprendo il carico fiscale, vuoi tagliando servizi garantiti ai cittadini un tempo da Comuni, province e Regioni. Ciò che è grave è che a fronte dei tagli di spesa nel decentramento e negli enti previdenziali, la spesa statale, relativa alle amministrazioni centrali, non è diminuita.
Paradossalmente lo Stato, che non è in grado di pagare i suoi debiti verso le imprese, impedisce agli enti decentrati, che hanno i conti a posto e liquidità in cassa, di onorare i loro debiti. La Regione del Veneto, da sola, potrebbe immettere nel mercato quasi un miliardo e 400 milioni, oggi bloccati dal Patto di stabilità interno. Se venisse assegnato dallo stato al veneto il tetto medio pro-capite italiano di Patto di stabilità, potremmo liberare risorse per oltre 750 milioni di €. Altro che prelievo forzoso nelle tasche dei cittadini: lasciateci spendere i soldi che abbiamo già.
Gli analisti esteri colgono queste incongruenze del sistema Italia in cui il risanamento dei conti pubblici, per l'amministrazione centrale e per tante Regioni, sembra una chimera lontana: questo è lo scenario che giustifica le quasi-certezze dei vari Kraemer e Münchau per un prelievo forzoso nei conti correnti. Per loro, il vero mandante della rapina notturna nei conti correnti in Italia, è quello Stato che non è capace di riformarsi.
Il vero gattopardo da smacchiare è quello stato che non affronta una vera riforma e che non ha il coraggio di incidere in antichi bubboni o che vuol cambiar tutto per non mutare nulla. Prelievi forzosi compresi (si veda alla data 11 luglio 1992).

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