Pignoramenti per ricchi e per poveri, l'Italia del diritto e quella dei dritti
Mercoledi 3 Luglio 2013 alle 23:43 | 0 commenti
Chi ci legge conosce anche una delle vicende che riguarda chi scrive, che ha recentemente ottenuto dal tribunale di Vicenza un pignoramento esecutivo per un debito di 30.000 euro maturato nell'ambito della cessione del Joy Volley Vicenza ma non pagato finora da Mario Novello, uno dei 5 imprenditori, per la maggior parte  ex sponsor del club berico di pallavolo rosa, che poi lo fecero chiudere per fallimento.Â
Dopo che l'imprenditore di Isola Vicentina, che i suoi stessi legali riferiscono come gestisca una «florida attività imprenditoriale» si è rivelato privo di depositi bancari attivi e senza proprietà immobiliari con piena disponibilità , il pignoramento si è, quindi, concretizzato in quello dei compensi da amministratore e delle sue quote dell'azienda, azienda che ha dichiarato di aver onorato i suoi debiti (compensi) verso il suo amministratore per tutto il 2013... Un modo per sfuggire al pignoramento unito al rinvio a metà luglio per entrare ulteriormente nel merito?
Detto che la Novello srl deve essere una gran bella azienda, forse unica in Italia, se ha pagato tutti i compensi in anticipo al suo amministratore, mentre magari riduce o taglia personale o delocalizza in Cechia, e sorvolando su altri aspetti diciamo "strani" che verranno approfonditi in udienza, questa premessa serve per confrontare il pignoramento verso il «florido imprenditore» Novello con un altro pignoramento a carico, questa volta, di un normale cittadino, un esempio di come funzioni la giustizia civilistica in Italia.
In forza di un altro provvedimento verso un singolo debitore viene pignorato presso una banca un conto con meno di mille euro, conto però intestato a tre familiari, proprietari, quindi, di circa 350 euro a testa.
Vista anche l'esiguità della cifra, tra l'altro per due terzi non pignorabile, non ha avuto seguito l'udienza di convalida, in cui i due danneggiati incolpevoli (a cui per giunta mai è stato notificato il pignoramento) avrebbero dovuto opporsi con le relative spese legali se la stessa si fosse svolta.
Pignoramento, quindi, annullato ma per liberare i mille euro i titolari del conto, indirizzati per fortuna da un legale che ha detto cosa fare senza intervenire di persona con i suoi costi, superiori di sicuro alla cifra da recuperare, hanno dovuto andare in tribunale, compilare il classico modulo per chiedere copia dell'atto liberatorio pagando oltre 65 euro di bolli e portarlo alla filiale bancaria per recuperare la cifra, piccola ma necessaria al loro «non florido» bilancio familiare.
Se a questo si aggiunge che nel frattempo è andato non pagato un assegno di poco più di cento euro tratto sul conto poco prima del suo blocco e che per non avere conseguenze all'importo dell'assegno bisognerà aggiungere il 10% di penale oltre a dover far compilare le dichiarazioni previste dalla legge con perdite di tempo dei correntisti, del creditore e della banca, lasciamo a chi legge il compito di valutare gli "artifici" legalmente disponibili per chi, pur potendolo fare, vuol ritardare o non effettuare un pagamento consistente e dichiarato esecutivo e i " bolli" e il tempo che deve spendere chi vuole liberare 350 euro, pochi sì ma tutti incolpevolmente suoi ...
L'Italia del diritto scivola verso l'Italia dei "dritti"?
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