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Una grande squadra non è una squadra che non sbaglia mai. Ma un gruppo capace di rialzarsi. E il Bassano deve farlo subito, a partire con la gara interna con il Bellaria Igea Marina dell’ex Sandro Cesca. La battuta d’arresto che ha coinvolto i ragazzi del  Soccer Team nella trasferta di Legnago è stata mal digerita dallo staff tecnico. Mario Petrone in primis. 

L’essere scivolati in classifica ad un solo punto di vantaggio sulla zona retrocessione può rappresentare quel classico bagno d’umiltà che serve per far rendere al meglio chi di qualità ne ha tanta ma che, talvolta, crede che possa bastare quella per vincere le partite. In un campionato così difficile, dove tra la terz’ultima e l’ottava ci sono appena cinque punti di scarto, e ricco di formazioni senza blasone ma che hanno speso fior di quattrini prima in sede di ripescaggio eppoi di campagna acquisti, ogni punto gettato via è uno schiaffo alla miseria. L’esempio lampante è la Virtusvecomp, formazione che non ha paura di essere definita catenacciara e che pur di salvare la pelle è disposta anche a giocare 95’ dentro la sua area di rigore. Veronesi che hanno avuto nei due esterni Santuari e Mazzetto l’esempio lampante di giocatori di qualità che si son sacrificati, senza mollare niente, per il bene della squadra con una fame e una grinta incommensurabili. Esattamente quella dimensione agonistica che non deve mai venir meno in nessun giallorosso, per il semplice motivo che il Bassano non può permettersi di regalare agli avversari nemmeno un giocatore. «Io so di avere un gruppo  composto da ragazzi responsabili – inizia la sua disamina Mario Petrone – persino il più giovane del gruppo (Bortoli ndr) ha ammesso che quella contro la Virtus era una partita alla nostra portata. Se abbiamo perso è perché abbiamo regalato un tempo. Abbiamo buttato via i primi 45’ minuti delle prime sette partite di questo campionato. Per quanto riguarda l’atteggiamento dei nostri avversari, ognuno gioca secondo le proprie caratteristiche. Noi siamo una squadra nata per 

offendere e per attaccare con coraggio, non rinnegheremo mai il nostro dna».

Limpidezza petroniana. «Alcuni dei miei  ragazzi non sono scesi in campo nel primo tempo a Legnago». Non usa giri di parole il capo allenatore per esprimere il suo disappunto per quei primi 45’: «L’ho detto dal primo giorno, se non corriamo al 110% delle nostre possibilità le prenderemo ogni volta, anche da una squadra destinata a scoppiare come la Virtusvecomp. Quello che non mi è piaciuto sono stati alcuni personalismi e situazioni studiate e ristudiate prese con superficialità. Noi sapevamo perfettamente che partita ci aspettava e cosa bisognava fare per avere la meglio. Beh, almeno per un tempo ce ne siamo infischiati. Così facendo si rischia un campionato di sofferenza assoluta. Se invece abbiamo la testa giusta ci possiamo togliere gran belle soddisfazioni». Il problema principale che sta affliggendo la formazione bassanese è che fatica a trasformare le numerose occasioni prodotte: «Difettiamo nella finalizzazione, questo è vero. Non possiamo però dar la colpa a Pietribiasi, lui è importante per il nostro sistema di gioco. Gli manca solo il gol ma anche a Legnago si è creato due belle opportunità».