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"Per noi la stessa sorte dei cavalli azzoppati", la protesta della Askoll P&C arriva su La7

Di Martina Lucchin Domenica 9 Marzo 2014 alle 23:32 | 0 commenti

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“Siamo come i cavalli da corsa, non serviamo più e veniamo abbattuti”. La metafora non viene fatta a caso dal lavoratore della Askoll che urla la propria rabbia ai microfoni de “La Gabbia”, il talk show politico economico andato in onda su La7 questa sera.  Si parla infatti di lavoro nel programma a conduzione di Gianluigi Paragone ed oltre a mettere sotto la lente d’ingrandimento la proposta di Renzi di taglio del cuneo fiscale, si guarda al caso della provincia di Torino: “terra una volta di capannoni, ora di deserto”.

Il viaggio nella passata fortezza della Fiat parte quindi dalla Agrati di Collegno, dove ai lavoratori è stata data notizia del licenziamento ad inizio gennaio, per arrivare poi a Castell’Alfero. Qui le telecamere di La7, in contrasto col silenzio dei media vicentini che rende più rumorose la nostra puntuale informazione e l'attenzione di una tv nazionale, riprendono la disperazione mista a rabbia dei lavoratori della Askoll, il gruppo guidato dal patron vicentino Elio Marioni che si prepara a realizzare un centro equestre di valore internazionale a Caldogno, mentre da giugno lascerà a casa i 223 lavoratori della ex Ceset in provincia di Asti. Tutto questo senza reazioni dei sindacati vicentini, come se per i lavoratori di Povolaro e dintorni il dramma di Moncalieri, prima, e di Castell'Alfero oggi contasse solo il proprio posto di lavoro, per altro già a rischio per molti di loro che da tempo usufruicono di alcuni ammortizzatori sociali.

L'immagine su La7 di una dipendente licenziata della Askoll di Castell'AlferoNel servizio vengono mostrati l’interno del presidio dei lavoratori, che dal 25 febbraio campeggiano davanti ai cancelli della Askoll P&C, la messa di sabato 8 marzo celebrata da Monsignor Vittorio Croce e da Don Piero Gagliardi, parroco di Castell'Alfero che chiede all’azienda “un sussulto di umanità e generosità”. E si dà voce anche alle donne della fabbrica, che nel giorno della loro festa chiedono a Renzi di far visita alle aziende, oltre che alle scuole, perché “per dare da mangiare ai nostri figli ci serve il lavoro”. L’appello al presidente del consiglio viene rinnovato anche durante la trasmissione dai lavoratori della Askoll in collegamento da Collegno. “Askoll è un’azienda che come gruppo fa utili, ma si è deciso di chiudere lo stabilimento di Castell’Alfero perché si vuole delocalizzare in Slovacchia” e, come ricorda la giornalista de La Gabbia, in Italia non esistono sanzioni per un’azienda che mette in atto queste “strategie”.

Dal collegamento gli unici applausi arrivano per Giorgio Sorial (M5S), quando ricorda che il MoVimento ha “presentato un’interrogazione sul caso Askoll e i miei colleghi hanno già incontrato e incontreranno anche domani (10 marzo, ndr) i lavoratori di Castell’Alfero”. L'attesa però dei lavoratori di Castell'Alfero, che hanno resistito fuori al freddo per il collegamento di pochi minuti con lo studio di La7, è tutta rivolta al tavolo di concertazione di domani al Ministero del Lavoro tra sindacati e azienda. Da cui dipendono le sorti di 223 famiglie.


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