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Paperetti: «da Domofranchising opportunità di business e lavoro in un momento di crisi»

Di Angela Mignano Domenica 7 Luglio 2013 alle 22:57 | 0 commenti

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«Se vuoi il miele non prendere a calci l'alveare», così consigliava il magnate dell'acciaio e filantropo Dale Carnagie in uno dei suoi più famosi saggi. «Un'apertura ogni tre chiusure, tra 10 anni Italia senza negozi», questo invece è quanto invece ha dichiarato l'Osservatorio Confesercenti a giugno e subito rilanciato dalla maggior parte delle più influenti fonti d'informazione:

«Trend in continua accelerazione: da gennaio ad aprile saldo negativo per 13mila unità, continuando così sarà di circa meno 43mila alla fine dell'anno. Se non si interviene subito il 2023 potrebbe essere l'anno zero del commercio. Record di ‘sparizioni' di attività commerciali in Sicilia e a Roma. E la desertificazione colpisce soprattutto le fasce sociali più deboli». Partiamo da queste due citazioni, una "letteraria", l'altra di cronaca per sentire cosa pensa della crisi Paolo Paperetti, responsabile della divisione Domofranchising che per Domofacile di Torri di Quartesolo progetta e "confeziona" attività commerciali chiavi in mano, dall'individuazione dell'immobile più adatto al settore scelto dall'aspirante imprenditore che abbracci uno dei marchi di franchising gestiti fino al suo arredamento partendo dalla stesura di un attento business plan e del programma di lancio e promozione dell'attività nella zona prescelta. Paperetti, inguaribile ma pragmatico ottimista fa subito questa riflessione: «La notizia qual è? O quale dovrebbe essere se volessi "prendere il miele"? È per caso trovare una soluzione a "se non si interviene subito.." così potremo riattivare un mercato asfittico, rilanciare il settore della piccola e media impresa e salvare il posto di lavoro a tante persone compresa qualche sconsiderata Cassandra? No, non sia mai. La notizia è "Tra dieci anni Italia senza negozi". Ma per favore...» E' chiara per il manager arruolato da Massimo la Licata, il titolare ideatore del network Domofacile, l'assurdità del concetto perché «se tra dieci anni volessi un caffè o avessi bisogno di una camicia, cosa dovremmo fare? Dove dovremmo andare? Prenderemmo una moka? Dovremmo imparare a fare i camiciai o peggio ancora dovremmo andare in qualche negozio di Stato con la tessera di sussidio? La verità è che invece di fare terrorismo psicologico e continuare ad osservare "com'era" senza accorgersi che così non "sarà più", bisognerebbe aprire occhi, orecchie e testa e con impegno e umiltà inventare, innovare e lavorare». Insomma le attività che chiudono, in qualche caso, potrebbero non essere attuali, non adeguate al mercato che sta cambiando momento dopo momento. Bisogna che tutto sia rinnovato, non "desertificato". «E' vero - continua Paperetti con determinazione che viene come esaltata e resa più credibile dalla sua barba folta - , bisogna che tutti interveniamo subito. Ognuno nel proprio ambito e con le proprie responsabilità. Da parte nostra come Domofranchising stiamo cercando solo le attività che hanno realmente dei conti economici positivi e concreti, che producano denaro, delle soluzioni di marketing e di comunicazione in linea con i tempi, che abbiano per l'imprenditore il giusto rapporto investimento-redditività, ma soprattutto che siano attente e sensibili alle esigenze del mercato».
Ma qual è l'approccio diverso del gruppo di La Licata nel proporre nuova ed efficace imprenditoria anche per reinserire in un circuito economico virtuoso lavoratori con qualche capitale ma rimasti senza l'ancora del lavoro da dipendente e, quindi, in cerca di come far diventare quel capitale un'attività che il lavoro lo rigeneri a partire da quello personale? «Domofranchising - osserva Paperetti - ha portato ai franchisor (aziende affilianti) le problematiche dei nuovi imprenditori, i timori, le minori disponibilità, quindi dobbiamo tutti fare degli sforzi e dei sacrifici, anche loro magari accontentandosi di guadagnare meno. Gli investimenti devono essere più contenuti, i prezzi delle attività devono essere abbassati ed è per questo che siamo riusciti ad ottenere dei marchi come Gusto, Maison du Chocolat, Vincitù e tanti altri a queste condizioni».
Nelle ultime settimane il manager di Domofranchising sta girando l'Italia con la Licata parlando, discutendo, ma «in ogni caso incontrando sempre più spesso tanta voglia e impegno per reagire. Tanti dicono che nei momenti di crisi nascono le migliori opportunità. Bene, è arrivato il momento di passare dalle belle frasi ai fatti». E non può a fine intervista mancare uno spot di orgogliosa autopromozione, che gli passiamo visto l'entusiasmo del messaggio che speriamo sia contagioso in un mondo di negatività: «Noi di Domofranchising abbiamo la possibilità di fare avviare attività innovative e economicamente gratificanti, costruite su misura ... Occorre impegno, amore ed un pizzico di sana follia per "prendere il miele" non credete?». Se fossimo in chiesa risponderemmo: «Sì, lo crediamo!». Nella vita sempre più persone dovrebbero dare la stessa risposta. Se vogliono ripartire.

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