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Ospedali di Comunità, Martelletto: sanità pubblica sempre più a pagamento

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 12 Aprile 2014 alle 14:53 | 0 commenti

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Federico Martelletto, Usb e Comitato cittadino "per art 32, sanità e sociale” - Una delle caratteristiche della nuova programmazione regionale in ambito sanitario, deliberata attraverso il piano sanitario regionale è lo spostamento dei posti letto dall’ospedale al territorio. O così potrebbe apparire ad una prima lettura, visto che chiarezza sulle strutture intermedie che dovrebbero sopperire al taglio dei posti letto previsto nelle schede ospedaliere, non ne è mai stata fatta pubblicamente.

Ma ad una attenta lettura della DGRV 2718 del 24/12/2012 risulta chiaro quali possono essere le tipologie di strutture intermedie (ospedali di comunità, hospice e unità riabilitativa territoriale) e anche che per queste strutture intermedie è prevista la compartecipazione alla spesa. Viene di fatto introdotto il ticket sul ricovero, non facendolo più risultare come ricovero ospedaliero ma al di fuori dell’ospedale. Si parla infatti di un paziente stabilizzato da un punto di vista medico, che non richiede assistenza ospedaliera ma che risulta troppo instabile per poter essere trattato solo in regime ambulatoriale o residenziale classico e con problemi che si risolvono in un periodo limitato di tempo e si dovrebbe trattare di una soluzione temporanea qualora lo stato di salute ed il contesto familiare non consentano il mantenimento del paziente al proprio domicilio. La programmazione regionale non si limita alla riduzione dei posti letto negli ospedali (si parla di circa 1700 posti letto per tutta la regione) ma chiede anche alle azienda sanitarie che le schede territoriale vengano programmate a parità di risorse.

Si potrebbe quindi ipotizzare sempre più chiaramente che una parte del costo dell’assistenza socio sanitaria ricadrà sui cittadini attraverso forme di compartecipazione,attraverso il pagamento di una quota alberghiera.. Dal trentesimo giorno i costi saranno di 25  euro più 10 nel caso sia garantito presidio medico 24 ore su 24 e di 45 euro più 10 euro dal sessantesimo giorno. Trattandosi di pazienti lungodegenti queste soglie temporali verranno spesso superate. Sottolineiamo inoltre che non trattandosi di degenti in regime di ricovero ospedaliero,

saranno a carico dei cittadini anche le spese (ticket) per prestazioni ambulatoriali e di diagnosi che risulteranno necessarie.
In questo modo si apre non solo la possibilità di rendere più difficoltosa la differenza tra casa di riposo e ospedale di comunità, se non basandosi sulla diversità dei destinatari, ma di andare ad aggravare una situazione già critica sui posti letto per cui la regione prevede un contributo. Non solo, appurato da varie sentenze che i familiari non devono pagare le rette laddove gli ospiti non siano in grado di affrontarle, ma saranno eventualmente i comuni a doversene far carico, il costo ricadrà sui comuni, che già in grosse difficoltà economiche per i continui tagli, non hanno probabilmente ancora ben chiaro le ricadute di queste scelte di programmazione regionale. A tutto questo si deve aggiungere la riforma dell’Isee, che porterà non poche conseguenze anche per quanto riguarda questo tipo di compartecipazione.
Si devono poi considerare altri due aspetti: il primo riguarda i costi, il secondo la tutela della salute e l’universalità di accesso alle cure. Per quanto riguarda i costi, sull’ospedale sono ormai controllati e governati mentre sul territorio  non si ha un controllo così efficace e sicuro. I costi dell’ospedale sono quelli più conosciuti e analizzati negli anni, si è riuscito a definire il costo dei ricoveri così come quello dei presidi o delle singole prestazioni ambulatoriali. Sono costi tra l’altro che per quanto si tagli non potranno diminuire all’infinito perché i costi legati alla struttura (utenze, pulizia, ecc) e al personale nonché i costi generali (dove per generali si intendono i costi della direzione o dell’apparato amministrativo) diverranno fissi e per quanto si tagli non potranno diminuire ulteriormente. Nel territorio si sta iniziando a mappare adesso attraverso documenti ministeriali la quantificazione dei costi ma potrebbe risultare più costoso spostare sul territorio l’assistenza a meno che non si ricorra all’utilizzo di contratti di lavoro penalizzanti.

Per quanto riguarda la tutela della salute pubblica, con questo tipo di scelte la si percepisce sempre più minata. Con un tessuto sociale sempre più fragile, con una popolazione sempre più anziana e con una maggiore aspettativa di vita, una riforma di queste dimensione, siamo quasi certi, non garantirà di certo equità di accesso e  universalità delle cure."

I DATI DEL VICENTINO: Il piano socio sanitario regionale che avrà durata fino al 2015, prevede la apertura nella Ulss 4 alto vicentino di 20 posti letto in ospedali di comunità, alla Ulss 3 di Bassano del Grappa verranno chiusi 16 posti letto per acuti a favore di 42 posti letto per o.d.c; alla Ulss 5 ovest vicentino, sono previsti 42 posti letto per o.d.c; alla Ulss 6 di Vicenza taglieranno 25 posti letto per acuti a favore di 57 per o.d.c.

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