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Oggi Venezia celebra la Giornata internazionale del rifugiato

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 20 Giugno 2013 alle 15:32 | 0 commenti

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Comune di Venezia  -  “Senza coraggio non c'è fortuna”: è questo il filo rosso che unisce le testimonianze di molti dei rifugiati politici o richiedenti asilo, che oggi hanno condiviso le loro storie durante l'incontro pubblico “Venezia per il diritto d'asilo”, promosso dal Servizio Immigrazione e Promozione dei diritti di cittadinanza e dell’asilo del Comune di Venezia per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato. 

Erano presenti, tra gli altri, il vicesindaco e assessore comunale alle Politiche sociali, Sandro Simionato, il responsabile del Servizio Immigrazione, Gianfranco Bonesso, il coautore del libro “Fino alla vita”, Alem Saidy.


    “Non è chiudendo le nostre porte - ha esordito Simionato - che risolveremo i problemi del nostro Paese. Dopo un lungo periodo di oscurantismo, di rifiuto delle persone che vengono in Italia da altri paesi, dettato da un falso principio di autoconservazione, si colgono in questo tempo segnali di speranza, di attenzione e sensibilità maggiore sul tema delicato e spesso drammatico dell'immigrazione. La presenza, in questo Governo, di Laura Boldrini, da sempre attenta a questi temi, quale presidente della Camera, e della ministra dell'Integrazione Cecile Kyenge, sono segni concreti di apertura verso una prospettiva nuova e più ampia di accoglienza e di ripensamento normativo sui temi dell'immigrazione. È doveroso garantire il rispetto a tutti i rifugiati o richiedenti asilo e ai loro figli e offrire loro una possibilità perché possano diventare davvero protagonisti della propria vita”.

    Prezioso in questo senso è il servizio offerto dall'equipe Minori stranieri non residenti del Comune di Venezia, nata nel 1996. “Il nostro Servizio - ha spiegato Filippo D'Andria, referente dell'equipe – garantisce cura e protezione ai bambini che arrivano in Italia con le proprie famiglie o da soli, attraverso l'accoglienza in strutture o grazie all'istituto dell'affido, offrendo loro tutela giuridica, sanitaria e un supporto di mediazione culturale e linguistica. Con i ragazzi più grandi, prossimi alla maggiore età, lavoriamo proponendo percorsi il più possibile personalizzati e concreti, lontani da una logica di puro assistenzialismo, perché imparino ad essere autonomi, ad integrarsi nella nostra società, ad inserirsi nel mondo del lavoro.” Nel 2008 il servizio ha seguito 451 casi, scesi a 350 nel 2012, provenienti da paesi come Afghanistan, Turchia, Iraq, Nigeria, Etiopia, Eritrea.

    Molte le testimonianze offerte durante l'incontro, da quella di Alem Saidy, rifugiato politico giunto in Italia a 16 anni dall'Afghanistan dopo un viaggio di 8000 chilometri che ha raccontato nel libro “Fino alla vita”, a quella di Gulala Salih e dei ragazzi che hanno partecipato al progetto “Lezioni colorate”, promosso dal Servizio Immigrazione per aiutare nei compiti scolastici bambini e ragazzi stranieri che frequentano le scuole del territorio.

 


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