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Esclusivo: nasce "moschea" vicino alla Ederle. Le parole dei residenti, la conferma di Morteza

Di Edoardo Andrein Venerdi 1 Agosto 2014 alle 23:56 | 0 commenti

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Negli ultimi giorni si è accesa una infuocata polemica tra il sindaco di Vicenza Achille Variati e il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Il motivo del contendere (una delle prime manovre pre regionali?) è rappresentato da una "moschea" per la preghiera di gruppo di persone di fede islamica che dovrebbe sorgere nel capoluogo berico. Una vicenda che ha generato anche la presa di posizione del Coordinamento Stranieri di Vicenza, attraverso una lettera aperta rivolta ai rappresentanti delle istituzioni cittadine e regionali.

Il nuovo luogo di preghiera per i musulmani a Vicenza dovrebbe sorgere in base ad informazioni in nostro possesso e da noi riscontrate in via Pasqualigo 7, a pochi passi dalle recinzioni della caserma Ederle, all’interno di un ampio edificio (nella nostra foto) che negli ultimi due anni è rimasto completamente inutilizzato, dopo essere stato per lungo tempo una fabbrica orafa.

Gli stabili sembra che siano stati affittati dalla famiglia Veronese, proprietaria dell'immobile, proprio a una comunità islamica vicentina.

E l’apertura della moschea dovrebbe essere imminente.

“Hanno da pochi giorni svuotato del materiale, vecchi oggetti e cianfrusaglie accatastati all’interno - ci racconta il signor Giovanni Filippi, uno dei residenti che abitano proprio di fronte allo stabile e che è stato più loquace degli altri che con le sue parole però concordano – e ultimamente qui è un via vai continuo di persone, soprattutto di origine pakistana, vestite con le loro tuniche tradizionali”.

Via Pasqualigo è una stradina stretta nel quartiere di San Pio X, quello a più alta densità di presenza straniera in città:

“Speriamo e confidiamo che non ci siano disagi -  ci dice il signor Filippi - finora abbiamo sempre convissuto bene con le comunità straniere. Dietro all’edificio dell’ex oreficeria c’è un ampio spazio per parcheggiare e mi auguro che lo utilizzino quando ci sarà il ritrovo per la preghiera, in modo da non intasare di auto il passaggio”.

La conferma dell’apertura arriva anche da Nirou Morteza, presidente del Coordinamento Stranieri di Vicenza, che però ci tiene a specificare come sia improprio chiamarla moschea:

“Viene classificato come centro culturale, perché in Italia, a parte Roma, non vogliono riconoscere una moschea: una ipocrisia totale, ora utilizzata anche ai fini della competizione per le elezioni regionali”.

I timori su cui spesso si specula a Vicenza, gli facciamo notare, forse sono dovuti ai frequenti ed eclatanti atti di terrorismo islamico che si sono succeduti negli ultimi anni in varie parti del mondo:

“Noi non centriamo niente con il terrorismo islamico – reagisce con decisione Morteza - siamo lontanissimi da tutto questo, noi rappresentiamo solo circa settemila mussulmani a Vicenza che hanno necessità spirituale e sociale di trovare un luogo per pregare”.

Come tutti, aggiungiamo noi, nel rispetto delle regole di convivenza civile e non delle propagande strumentali.


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