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Mostra Love and Violence, espone anche una bassanese

Di Comunicati Stampa Martedi 7 Febbraio 2017 alle 15:24 | 0 commenti

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Amore e Violenza sono, purtroppo, spesso connessi tra loro. Da questa riflessione parte il progetto "Love and Violence" organizzato dal Comune di Padova, Settore Cultura Turismo Musei e Biblioteche, patrocinato da la Nuova Provincia di Padova, patrocinato e sostenuto da Confartigianato Imprese Veneto. "Love and Violence" nasce come manifesto di denuncia contro la violenza sulle donne ma si estende a tutte le forme di violenza - non solo tra uomo e donna, ma anche tra uomini e animali, tra uomini e ambiente, tra pensiero e azione - e vuol essere un momento di riflessione sociale e culturale che suggerisca soluzioni di superamento e speranza. Ventisette artisti, tra le eccellenze locali fino ai vertici dell'arte internazionale, sono stati chiamati a esasperare e risolvere il disequilibrio violento che si può innescare quando si esce dalla modalità dell'amore.

Tra questi la bassanese Ketra (Elena Pizzato) che ha creato una toccante installazione chiamata "Quaranta" ispirata a un fatto di cronaca nera. Una giovane prostituta viene trovata morta sul greto di un canale, sono passati 40 giorni dalla scomparsa al ritrovamento del suo corpo, in avanzato stato di decomposizione. Uccisa e abbandonata. Il tempo e gli agenti atmosferici scorrono, consumano e cancellano. Attraverso l'azione artistica Ketra riavvolge la realtà e la ricostruisce, passo dopo passo, per ritrovare quell'identità perduta: ogni giorno che si avvicina al ritrovamento della ragazza corrisponde ad un pezzo del suo volto. ll 40° giorno svela l'identità completa. Un video in loop evoca la sua storia tra scorci di paesaggi solari e piante rigogliose, una natura incontaminata ma che scopriamo nascondere un evento tragico. Infine un blocco di terra adagiato su un piedistallo bianchissimo completa l'installazione, ma non è una zolla qualunque, è la terra prelevata dal luogo in cui era stata ritrovata la ragazza. "Mi ha colpito questa storia per la modalità con cui l'ho scoperta - racconta l'artista - e per la difficoltà nel reperimento della foto della ragazza, assente nei quotidiani che hanno scritto del caso. L'uccisione di una ragazza che non trova colpevoli e l'abbandono. La sua scomparsa è totale: il tempo e gli agenti atmosferici hanno cancellato i suoi tratti distintivi, la sua persona. Con questa installazione rifletto sull'incontro e scontro di violenza, sessualità e identità per ricucire tratti di dignità".

Leggi tutti gli articoli su: Elena Pizzato, Confartigianato Imprese Veneto

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