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Modifiche Titolo V, Ncd: no agli incredibili privilegi delle regioni a statuto speciale!

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 27 Marzo 2014 alle 18:17 | 0 commenti

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Nuovo Centro Destra - Si è svolta stamani la seduta congiunta tra le Commissione Speciale Statuto (foto), presieduta da Carlo Alberto Tesserin (NCD) e la Commissione Affari istituzionali presieduta da Costantino Toniolo (NCD) sul tema della modifica al Titolo V della Costituzione Italiana. Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Clodovaldo Ruffato e l'assessore Franco Manzato hanno illustrato ai consiglieri presenti lo stato dei lavori per la modifica al Titolo V.

Rispettivamente nella conferenza nazionale dei presidenti dei Consigli regionali e in quella delle Regioni, ovvero dei Presidenti delle Giunte regionali.

Alla riunione, volta a dare delucidazioni sui due documenti, hanno preso parte anche l'avvocato Sabina Cirulli della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, e gli avvocati Peagno e Mattiuzzi della Giunta Regionale del Veneto.

E' emerso che proprio oggi l'assessore Roberto Ciambetti partecipa a Roma ad alcune riunioni finalizzate ad approfondire la riforma oggi in discussione anche al Ferro Fini.

"Il dibattito ha messo in evidenza le condizioni di difficoltà dell'attuale momento politico", hanno affermato Tesserin e Toniolo a commento della seduta odierna. "Momento politico influenzato anche dalla concomitanza del tema referendario e dalla generalizzata preoccupazione che con il dichiarato obiettivo di contenere i costi, non si modifichi la sostanza della griglia istituzionale riaccentrando ulteriormente i poteri a Roma".

"In entrambe le proposte sul tavolo", sottolineano Tesserin e Toniolo, "permangono condizioni di privilegio incredibili a favore delle regioni a statuto speciale, che riguardano in particolare la sproporzione dei rappresentanti di diritto delle regioni all'interno del "nuovo Senato" (Assemblea delle autonomie)".

Secondo la proposta della Conferenza dei presidenti di Giunta regionale il Veneto (5 milioni di abitanti) avrebbe in Senato due rappresentanti: il presidente della Giunta e il Sindaco della città capoluogo di Regione. Mentre il Trentino Alto Adige (1 milione di abitanti) avrebbe cinque rappresentanti: il presidente di Regione, i due presidenti delle province autonome e i due sindaci dei rispettivi capoluoghi di provincia.

Nella proposta della Conferenza dei presidenti delle assemblee legislative delle Regioni, il Veneto avrebbe quattro rappresentanti (presidenti di Giunta regionale e Consiglio regionale, un rappresentante della minoranza del Consiglio regionale e il sindaco della città capoluogo di Regione). Il Trentino Alto Adige invece ne avrebbe comunque di più: ben undici (presidenti di giunta e consiglio regionale con rappresentante di minoranza; presidenti di giunta e consiglio provinciale con rappresentante di minoranza; i sindaci delle città capoluogo di provincia autonoma).

"In attesa di avere ulteriori chiarimenti sull'incontro romano di oggi", affermano i due presidenti di commissione, "i nostri tecnici di Consiglio e Giunta lavoreranno da qui a lunedì prossimo per presentare un documento che codifichi le aspettative della nostra Regione".

"Speriamo inoltre che il documento di sintesi che dovrebbe arrivare da Roma sia condivisibile alla luce proprio delle aspettative venete", sottolineano Tesserin e Toniolo.

"A questo punto c'è da dire che ci troviamo accerchiati da quattro, tra Regioni e Province autonome, che sono nostre dirette concorrenti in tutti i campi economici e produttivi", spiegano Tesserin e Toniolo, "che mettono in ginocchio troppe volte gli imprenditori e le aziende venete perché partono da posizioni di grande privilegio". Tali concorrenti sono: la Regione Trentino Alto Adige, la Provincia di Bolzano, la Provincia di Trento e la Regione Friuli Venezia Giulia.

"Se dovesse essere approvata una situazione di privilegio numerico anche nel "nuovo Senato" è evidente che la lobby delle rappresentanze parlamentari delle Regioni e delle Province autonome", concludono Tesserin e Toniolo, "rischia di condizionare l'assetto istituzionale dello Stato sempre più a loro favore!"


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