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Microvett: dal fondo in Cima

Di Federica Raccanelli Martedi 15 Luglio 2014 alle 15:29 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 271 - Il mondo dei motori elettrici ed ecosostenibili sembrava essere fiore all'occhiello italiano, Micro-Vett era l'azienda specializzata nella produzione di veicoli a propulsione elettrica nata nel 1986 da Gaetano Di Gioia. La Micro-Vett ha voluto portare in Italia l'innovazione per quanto riguarda i motori alimentati ad energia elettrica e quindi in grado di non inquinare l'ambiente.

L'azienda di Di Gioia si è adoperata nella produzione anche di batterie e motori elettrici da utilizzare sulle scocche di autoveicoli pre-assembleati da costruttori esterni. Tra i principali partner di Micro-Vett si possono ricordare Iveco per gli autocarri Daily, con Fiat e la Piaggio hanno poi collaborato per i furgoncini Porter, meno costosi dei Daily e con un'autonomia di 100km. I problemi da subito riscontrati dall'azienda sono stati gli alti costi di produzione e la limitata autonomia dei veicoli. Questo ha fatto sì che i maggiori acquirenti dei prodotti fossero i comuni italiani e le Poste Italiane. Con alcuni miglioramenti tecnici, come l'installazione di accumulatori più potenti nel 2000, si rilevò un incremento di richieste da parte della clientela. Nascono la city car Casaliny Ydea e il veicolo commerciale Doblò, prodotto fino al 2009 e poi sostituito dal Fiorino e dal Qubo con un costo leggermente inferiore. Il Fiorino aveva autonomia maggiore dato il suo peso più contenuto e ciò ha permesso una sua più larga diffusione anche presso numerose aziende europee, in Spagna, Francia e Germania. Il successo di Micro-Vett è giunto anche con la vendita di 371 veicoli alla città di Reggio Emilia, utilizzati da vari enti affiliati alla città. L'azienda imolese ha anche rifornito di veicoli Fiat, Enel DHL, Disneyland, Til Reggio emilia, Waste Management, il Comune di Livorno e Stoccolma. Ha poi mandato in produzione altri tre veicoli: la E500, la versione elettrica della 500 della Fiat, il Ducato trasformato e poi il nuovo arrivato, che è andato a sostituire il Porter, l'Edy1 dal prezzo di listino più basso. In totale si stima che Micro-Vett sia stata produttrice di oltre 4.500 veicoli elettrici. La ditta a causa dei mancati pagamenti, per la maggior parte proprio degli enti pubblici, e dello stop degli incentivi per la conversione dei veicoli in mezzi elettrici, si è vista ben presto costretta a portare i libri in tribunale. Il 18 febbraio del 2013 il drammatico epilogo: Micro-Vett ha dichiarato il fallimento dopo 27 anni di attività con circa una trentina di lavoratori che si sono trovati senza il posto di lavoro. Il tracollo è avvenuto in dodici mesi, perchè è dal 2012 che iniziavano a trapelare le prime indiscrezioni sullo stato finanziario dell'azienda. Successivamente alla dichiarazione di fallimento sembrava giungesse in porto l'accordo con la società olandese El-KW Nederland con proprietari Jeroen Geurts e Jurgen Kalleveen. Si prevedeva il reintegro immediato di 10 dipendenti su 24. La società olandese assieme a due private equity avevano costituito una cordata e, offrendo 400 mila euro, si erano aggiudicate l'intero blocco aziendale. Il futuro della Micro-Vett sembrava tornare a rivedere la luce attraverso la nuova proprietà olandese, che aveva già lasciato una caparra di 100.000 euro ma la trattativa si bloccava. A causa di varie dissonanze su valutazioni e magazzino le parti poi si irrigidivano e l'affare non andava in porto lasciando spazio all'azienda Cima di Creazzo, per una aggiudicazione senza concorrenti per l'importo della base d'asta. In un capannone industriale già attivo Cima Automotive continuerà ad operare nel campo della mobilità elettrica, ma con un nuovo progetto: un kit che permette la trasformazione dei veicoli endotermici (con motore a scoppio) in veicoli elettrici. Cima prevede un investimento complessivo - con tecnologie d'avanguardia - da due milioni di euro.

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