Meccatronica, l'eccellenza vicentina
Domenica 6 Luglio 2014 alle 21:00 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 271 di Massimilano Muscas - In questo periodo di scelte importanti per l'avvenire formativo e lavorativo di ogni giovane, vogliamo soffermarci su alcune realtà accademiche di eccellenza a Vicenza. La prima è quella del Corso di Laurea triennale in Ingegneria Meccanica e Meccatronica dell'Università degli Studi di Padova e con sede in Vicenza.
Nostra guida alla scoperta del corso di studi è il professore Paolo Mattavelli, docente coordinatore del corso di studi ed esperto di elettronica di potenza, che ha avuto importanti esperienze lavorative all'estero.
Perché uno studente dovrebbe scegliere meccatronica come specializzazione?
«Questa branca di studio offre la possibilità di una preparazione multidisciplinare di altissimo livello perché l'insegnamento e la preparazione nel corso vicentino sono paragonabili se non superiori rispetto a quelli degli istituti di ricerca più avanzati (MIT-CPES ecc.)».
Dopo la laurea quali sono le possibilità di lavoro per i neo-dottori?
«Anche qui i dati sono ottimi: entro 6 mesi i laureati trovano posti di lavoro inerenti al proprio titolo di studio entrando quindi da subito nel mondo del lavoro».
Le aziende del vicentino hanno contatti con il corso di laurea e gli studenti?
«Sì, il dipartimento è l'unico dipartimento distaccato dell'università che fa ricerca (e non solo didattica). Questo permette continue collaborazioni con le realtà locali che fanno dell'innovazione tecnologica la cura per la crisi economica».
Con questi presupposti diamo un'occhiata più precisa al corso ed alle sue attrattive.
«La sede di studio è centralissima e fa parte di quella che sta diventando a tutti gli effetti una cittadella universitaria con un occhio rivolto ai ben più rinomati campus stranieri. I servizi sono gestiti anche dalla Fondazione Università di Vicenza che si occupa di facilitare un'esperienza di studio di altissimo livello per gli studenti del corso. Dal punto di vista lavorativo i laureati possono, quindi, sfruttare al meglio le loro potenzialità entrando da subito nel tessuto produttivo della provincia senza subire il deleterio tira e molla contrattuale che subiscono molti laureati in altri settori».
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