La Cgil l'ha coccolata, ma Marzotto licenzia. Zigliotto: operai comprate le azioni con la Cig
Lunedi 17 Giugno 2013 alle 22:24 | 0 commenti
Qualche tempo fa non sono mancate le reazioni polemiche di una parte del mondo sindacale di vertice, soprattutto della Cgil locale, al nostro invito a farsi sentire di più, almeno come la Cgil nazionale, per i morti con relativo processo alla Marlane Marzotto di Praia a Mare, impantanato da decenni, e per i primi casi di mesotelioma e asbestosi da amianto negli stabilimenti della Marzotto SPA denunciati fin dal 24 novembre 2009 .
Dalla sede di Via Vaccari ci risposero anche in una pubblica assemblea di fatto così: «bisogna andarci cauti con la Marzotto, dà lavoro a tanti lavoratori».
Lo stesso tono, non solo doverosamente rispettoso dell'evoluzione delle indagini in corso ma addirittura più timido del confindustriale GdV, il giornale più letto dai vertici locali cigiellini, lo notammo alla scoppio dello scandalo delle decine di milioni di euro che la famiglia di Valdagno aveva destinato a lidi più accoglienti dell'Italia, in termini fiscali: «una condanna eccessiva dei Marzotto potrebbe portarli a disinvestire a Valdagno» dissero in sostanza gli stessi vertici sindacali. Come se aver portato decine di milioni di euro all'estero, come poi dai Marzotto stessi riconosciuto nella ora avvenuta transazione col fisco, non avesse già  notificato il loro disinvestimento: per investire, i soldi si mettono qui, nelle fabbriche, non si portano via ... O non si mettono negli orrendi capannoni Koris di Trissino, altra speculazione silenziata dagli "oggi e sempre sia lodato il nome dei Marzotto", che, se fosse vivo, il conte Gaetano Marzotto scaccerebbe dalle sue fabbriche insieme ai suoi eredi, spesso e in gran parte solo monetari.
Ora che ai tanti tagli già effettuati nelle fabbriche del Vicentino e alle chiusure degli outlet della Valentino a Thiene e altrove si aggiunge "il fallo da rigore" sui 99 operai della Mcs, preludio a una moria ben più vasta di lavoratori, Marina Bergamin e i suoi consigliori più vicini (e attenti al "valore" della Marzotto) ci diranno che se no avessero fatto così la situazione sarebbe stata ancora peggiore.
A noi potete anche dirlo, ma ditelo ai 99 con le gambe tagliate di oggi e a chi sa che prima o poi toccherà a lui nell'attesa che arrivi il nuovo ideologo della via vicentina al capitalismo sociale, Giuseppe Zigliotto, a invitare quelli operai magari a investire la loro cassa integrazione per comprare azioni Marzotto...
Ma d'altronde cosa ci si aspetta dalla povera Marina segretaria generale a Vicenza se in Italia si inneggia al bel Matteo Marzotto in tanti modi, il cui più misurato dice: «appartiene a una grande famiglia del Made in Italy. É stato anche presidente dell'Enit, l'ente nazionale del turismo ...»?
Dei capitali all'estero aggiungeremmo noi.
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