Manager e famiglia insieme, ricetta vincente per le aziende e per battere la crisi
Lunedi 2 Giugno 2014 alle 20:17 | 0 commenti
Federmanager Vicenza - «Nei prossimi 10 anni il 50 per cento delle Pmi si troverà ad affrontare il ricambio generazionale. Serve far capire l’importanza di questo passaggio e che i manager non sono una minaccia, ma un’opportunità ». Parola di Giorgio Ambrogioni, presidente nazionale di Federmanager. Il rapporto tra imprese e dirigenti è stato al centro dell’assemblea nazionale della categoria vicentina, svoltasi sabato mattina al Cuoa di Altavilla.
A discuterne l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan, Remo Pedon e Luca Zocca, rispettivamente amministratore delegato e direttore markenting del Gruppo Pedon, Federico Magno, managing director di Porsche Consulting e Carlo Perini, responsabile per il Veneto di Adhoc-Interventi manageriali, moderati da Maurizio Pini, presidente di Federmanager Vicenza.
Pedon e Zocca hanno portato l’esperienza della loro impresa, leader mondiale nel settore dei legumi e cereali, che dal 1999 al 2013 è passata da 8 a 90 milioni di fatturato e da 23 a 600 dipendenti. Un successo nel quale hanno un ruolo fondamentale l’intuizione di andare all’estero e l’ideazione di prodotti sempre nuovi, ma anche l’organizzazione, come spiega lo stesso Pedon: «Il nostro è un gruppo famigliare-manageriale, siamo tre fratelli, ma con collaboratori e manager coi quali costruiamo assieme quello che ogni giorno ci apre nuovi mercati. Così abbiamo gestito il ricambio generazionale. Abbiamo anche istituito il Manager team meeting, cioè un incontro mensile coi manager, per vedere cosa si può migliorare».
E se Perini ha illustrato la nuova cooperativa di temporary management di cui fa parte Federmanager Vicenza, Magno ha dato una scossa agli imprenditori, sulla base dello studio condotto l’anno scorso dall’osservatorio di Porsche consulting, intervistando 383 manager sulle loro aziende. «I risultati sono preoccupanti – sottolinea – perché solo il 74 per cento delle aziende fa un business plan, il 68 per cento nel manifatturiero, e il 47 per cento arriva al massimo a 2 anni, mentre il 53 per cento è di tre anni o oltre. Non serve, così si annega nel risolvere le emergenze quotidiane. Riguardo agli elementi di forza solo il 42 per cento considera che siano i servizi, il 32 per cento la personalizzazione e il 31 per cento l’innovazione. Sono numeri troppo bassi».
La ricetta di Magno, manager italiano che da anni lavora per la Porsche, è lo “strategy deploymentâ€: l’allineamento degli obiettivi quinquennali, che il manager traduce nelle azioni quotidiane «e che può risolvere anche il conflitto tra manager e proprietà . In generale alle aziende per vincere servono la creatività italiana e un’organizzazione tedesca».
Per facilitare il rapporto aziende-management è scesa in campo anche l’associazione di categoria. «Abbiamo presentato un progetto di certificazione di temporary manager, export manager e manager di rete in collaborazione con Confindustria – spiega Ambrogioni – e chiesto al Governo di finanziare un progetto per l’assunzione di partner certificati. Chiederemo alle Regioni di collaborare».
Un’iniziativa, a livello veneto, c’è già . «Verso l’inserimento in azienda di figure “alte†– sottolinea Donazzan – c’è un certo scetticismo, abbiamo quindi cercato di favorirlo stanziando delle risorse, prima Regione a farlo».
Insomma, le sfide emerse sono tante «e questo – conclude Pini – è positivo, significa una presa di coscienza che ci sono tante cose da fare e che il cambiamento le impone. Non c’è più tempo per perdere tempo».
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