Quotidiano | Categorie: Informazione

L'Unità chiude le pubblicazioni dal 1° agosto: spazio ai rimpianti ma lo stop è figlio anche del finanziamento pubblico della stampa

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 30 Luglio 2014 alle 00:18 | 1 commenti

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«I liquidatori di Nuova iniziativa editoriale spa in liquidazione, società editrice de l'Unità, a seguito dell'assemblea dei soci tenutasi in data odierna comunicano che il giornale sospenderà le pubblicazioni a far data dal 1 agosto 2014» così si legge sull'home page de L'Unità, il 90enne quotidiano comunista, a firma Emanuele D'Innella e Franco Carlo Papa. Noi che siamo "partigiani dell'informazione" ma anche dichiarati "partigiani per l'informazione" crediamo proprio per questo fortemente nella sua pluralità.

Ci sarà tempo di approfondire l'argomento ("se L'Unità muore è anche perché non ha abbastanza lettori" questa la tesi contrapposta all'altra che vuole che "un giornale storico non deve comunque morire") ma  ci piace rilevare come oggi tutte le testate, di ogni tendenza politica, titolino sulla scomparsa rimpiangendo il venire meno di un foglio di forte confronto.

Noi riportiamo qui per i nostri lettori i contenuti in home page de Il Fatto Quotidiano.it e del sito dell'Unità, augurandoci che la storia de L'Unità non finisca qui anche se è figliastra di chi negli ultimi decenni ha fatto stampa sulla base dei contributi pubblici... e non di contenuti e di politiche editoriali attente a un mondo che cambia con una velocità che va colta.

Il direttore di VicenzaPiù

 

Il Fatto Quotidiano.it
L'Unità, stop a pubblicazioni dal primo agosto: "Giorno di lutto per la democrazia"


Il quotidiano fondato da Gramsci a partire da venerdì non sarà più in edicola. La decisione nell'anno del 90esimo. Il vicedirettore: "Senza parole di fronte a scempio". I lavoratori: "Hanno ucciso il giornale. Noi continueremo a lottare guardandoci anche dal fuoco amico". In serata Renzi: "Purtroppo non è del Pd. Se lo fosse non chiuderebbe". Il tesoriere dem: "La riapriremo"

 

Dal primo di agosto ‘l'Unità' non sarà più in edicola. Lo comunica Nuova iniziativa editoriale spa in liquidazione, società editrice del quotidiano. La notizia campeggia nell'apertura del sito online del giornale sotto il titolo. La decisione dovuta alle grave situazione economica arriva poco dopo le celebrazioni del 90esimo anniversario della nascita. La redazione aveva lanciato l'allarme già negli scorsi mesi, appellandosi anche ad un intervento di "responsabilità" da parte del Partito democratico e di Matteo Renzi. Così oggi il vicedirettore Pietro Spataro su Twitter rilancia: "Chi aveva detto #iostoconlunita non ha fatto nulla. Senza parole di fronte a uno scempio". Amarezza anche dal comitato di redazione: "Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l'Unità. Gli azionisti non hanno trovato l'intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. E' un giorno di lutto per la democrazia". In serata anche il commento del presidente del Consiglio Matteo Renzi che sui social network scrive: "Purtroppo" l'Unità non è del Pd. Se lo fosse non chiuderebbe".
"I lavoratori", dicono i giornalisti, "sono rimasti soli a difendere una testata storica. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un'ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi dell'editoria. I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell'Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico".
Un segnale di speranza arriva dal tesoriere del Partito democratico Francesco Bonifazi: "Vedo troppe imprecisioni che fanno male soprattutto all'Unità. Il Pd non è il responsabile di questa drammatica situazione, la responsabilità è di chi l'ha gestita fino ad ora. In più, tutte le offerte presentate non avevano i requisiti minimi per essere accolte: nessuna aveva un piano industriale, nessuna aveva un piano editoriale, nessuna indicava un valore certo di acquisto della testata. Queste proposte farsa avrebbero solo fatto fallire l' Unità. Da sempre il Pd è impegnato al 100% per trovare la soluzione definitiva. Noi riapriremo l'Unità".


L'Unità

La vicenda de l'Unità e l'editoria. Lo specchio del Paese in crisi di Carlo Buttaroni

Il comunicato del cdr: "fine della corsa"
Fine della corsa. Dopo tre mesi di lotta, ci sono riusciti: hanno ucciso l'Unità. I lavoratori sono rimasti soli a difendere una testata storica. Gli azionisti non hanno trovato l'intesa su diverse ipotesi che avrebbero comunque salvato il giornale. Un fatto di gravità inaudita, che mette a rischio un'ottantina di posti di lavoro in un momento di grave crisi dell'editoria. I lavoratori agiranno in tutte le sedi per difendere i propri diritti. Al tempo stesso, con la rabbia e il dolore che oggi sentiamo, diciamo che questa storia non finisce qui. Avevamo chiesto senso di responsabilità e trasparenza a tutti i soggetti, imprenditoriali e politici. Abbiamo ricevuto irresponsabilità e opacità. Questo lo grideremo con tutta la nostra forza. Oggi è un giorno di lutto per la comunità dell'Unità, per i militanti delle feste, per i nostri lettori, per la democrazia. Noi continueremo a combattere guardandoci anche dal fuoco amico.

Il comunicato della Fnsi: vicini ai colleghi
La notizia che non avremmo voluto ricevere è purtroppo arrivata: l'Unità dal primo agosto sospende le pubblicazioni e tutti i lavoratori - giornalisti, amministrativi e poligrafici - saranno posti in Cassa integrazione a zero ore. I collaboratori perderanno il lavoro. Una svolta drammatica, purtroppo temuta e quasi annunciata in questi mesi di continui rinvii e di rimpallo di responsabilità tra azienda e politica. Ora t utti gli sforzi debbono essere posti nello sforzo per tentare il ritorno in edicola e per salvaguardare i diritti dei lavoratori dipendenti, che da tre mesi non ricevono gli stipendi, e dei collaboratori. Il Sindacato nazionale dei giornalisti, assieme al le Associazioni regionali, esprime solidarietà a tutti i lavoratori del giornale e conferma che intende affiancare i colleghi de l'Unità nelle azioni che si renderanno nece ssarie per tutelarne i diritti.
Giovanni Rossi, Presidente Fnsi

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Commenti

Inviato Mercoledi 30 Luglio 2014 alle 07:26

sic transit gloria mundi, ma fu vera gloria?
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