Quotidiano | Categorie: Politica

L'odissea dei pendolari vicentini

Di Martina Lucchin Domenica 10 Marzo 2013 alle 16:44 | 0 commenti

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I disagi nella tratta regionale Vicenza-Padova si riscontrano soprattutto in alcune fasce orarie (primo mattino, primo pomeriggio e sera) e nei giorni di lunedì e venerdì, quando ci si deve destreggiare tra i trolley e le valige dei "settimanali" (foto alla stazione di Vicenza). Particolari problemi sono poi segnalati nella tratta Vicenza- Schio, dove a detta di Trenitalia sarebbero due i Minuetto previsti con direzione Vicenza, mentre i pendolari affermano di poter usufruire solitamente di un solo treno. Nemmeno la tratta Bassano-Venezia fa eccezione.

I ritardi, infatti, continuano, nonostante fin dal 2009 il Movimento consumatori del Veneto avesse appoggiato l'azione legale di uno studente contro le Ferrovie dello Stato.
Dario Berti e Luciana Bombieri del comitato UFAB (pendolari dell'area Bassano) hanno recentemente denunciato le ulteriori difficoltà che l'ammodernamento del sistema ferroviario comporta rendendo molto più complicato risolvere i ritardi. Il comitato UFAB precisa poi come la grande massa dei pendolari vicentini e nazionali sia tanto numerosa quanto poco ascoltata e priva di forza contrattuale. Pesa su questa situazione il purtroppo usuale gioco dello scarico delle responsabilità. I due attori in gioco in questo caso sono Trenitalia, gruppo Ferrovie dello Stato, e la regione con la quale si stipulano i Contratti di Servizio. Ed è proprio da quest'ultima che si intravede una possibile luce alla fine del tunnel. L'assessore delle politiche alla mobilità del Veneto Chisso ha annunciato a dicembre 2012 che i pendolari della regione avranno vita più semplice a partire da giugno di quest'anno. Il programma di miglioramento del trasporto ferroviario regionale prevede, infatti, di mettere a regime, entro la fine del 2013, un nuovo convoglio di 24 treni e un sistema di corse cadenzate ad intervalli regolari, rafforzate nelle ore di punta.
Per i pendolari vicentini si tratterebbe quindi di resistere fino a giugno, nella speranza che l'iniziativa sia in grado di curare e non solo di alleviare il male del trasporto ferroviario regionale.

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