"Lobby gay" in Vaticano? Stella, Peroni e Dal Maso: magari!
Mercoledi 12 Giugno 2013 alle 16:36 | 1 commenti
“In Vaticano esiste una lobby gay. Bisogna vedere cosa possiamo fare a riguardoâ€. Papa Francesco avrebbe pronunciato queste parole durante l’udienza privata con i rappresentanti della Confederazione di religiosi dell’America Latina e dei Caraibi tenutasi il sei giugno in Vaticano. Secondo quanto riportato dal sito cileno Reflexion y Liberacion Bergoglio avrebbe inoltre parlato di una “corrente di corruzione†che insieme a tale “lobby gay†peserebbe sul progetto di riforma della Curia romana.
Situazioni, queste, emerse dopo la “Relationem†dei tre cardinali incaricati da Benedetto XVI di far luce sul caso Vatileaks e che avrebbero avuto un ruolo determinante nella decisione di Ratzinger di lasciare il magistero pontificio.
Le dichiarazioni del Papa non convincono, però, alcuni rappresentanti della comunità gay vicentina. “Magari ci fosse una lobby gay! – considera il presidente del comitato del ViPride e membro dell’associazione Delos Mattia Stella- Se così fosse non saremo in questa situazione di arretratezza di dirittiâ€. “Per adesso è solo un gossip. Se anche ci fosse non si è mai vista agire considerate le posizioni che la chiesa ha sull’omosessualità â€, gli fa eco Enrico Peroni, membro fondatore dell’associazione di aiuto per omosessuali Aletheya. Perplessità sono state sollevate anche dal primo consigliere gay eletto in consiglio comunale a Vicenza, Everardo Dal Maso: “Capisco se si parlasse di una presenza gay nella Chiesa, ma non se si parla di lobbyâ€.
Se, come sottolineato qui sopra, è evidente che non siano presenti gruppi di pressione che operino in seno alla Chiesa in difesa dell’omosessualità , la musica cambia se si guarda agli ingranaggi di potere interni e nascosti all’opinione pubblica. Secondo quanto riportato a febbraio da un dossier di Repubblica a firma di Concita De Gregorio e dal Fatto Quotidiano di oggi la “lobby gay†di cui si parla è costituita da uomini di chiesa omosessuali che operano attraverso forme di ricatto per imporsi soprattutto all’interno della Segreteria di Stato. Non c’è quindi alcuna rivendicazione di categoria ad unirli, ma motivi di interesse personale e opportunistico. Questo, infatti, è quanto si legge nel quotidiano di Antonio Padellaro. “Per chi si occupa della vita della Santa Sede la presenza di omosessuali in Vaticano, purtroppo, non è una notizia. Molto spesso sono preti, ma non mancano anche vescovi... E’ davvero una “lobby†capace di influenzare le nomine e di chiudersi a riccio appena esplode una vicenda come quella dei Vatileaks. Forse è la ‘lobby’ più potente in Vaticano. Capace persino di far dimettere un Papaâ€.
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ma la lobby!