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Liberalizzazioni all'italiana

Di Angela Mignano Giovedi 15 Agosto 2013 alle 12:44 | 0 commenti

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Secondo l'Aduc (Associazione Diritti Utenti e Consumatori) la qualità, economicità e disponibilità non possono essere figlie di mercati statali, ma solo del libero mercato. Ma c'è da capire che cosa sia questo libero mercato e se non corra il rischio, come qualcuno paventa in Italia, che la libertà economica si traduca solo nella libertà di una imprenditoria statale, parastatale, privata ma con capitale pubblico, di fare gli interessi delle varie caste e corporazioni da difendere, facendo pagare il tutto al consumatore finale. 

Un contesto in cui le piccole realtà realmente private annasperebbero per il semplice motivo che il complesso delle regole per la partecipazione fiscale e normativa alla comunità civica non renderebbero pienamente possibile che ognuno abbia un suo rispettabile posto conquistato a suon di qualità.
La recente indagine dell'Autorità per l'Energia (AEEG) in cui è emerso che il mercato libero di luce e gas offre prezzi più alti del mercato protetto è una sorta di cartina al tornasole di questi timore di liberalizzazione a senso unico. Infatti i grandi del settore energetico (Enel ed Eni, per eccellenza), usando i medesimi marchi, sono contemporaneamente attori principali del mercato libero e di quello protetto. Il risultato è che, oltre all'utente che non può leggere nei sottotitoli per capire con chi ha a che fare, il condizionamento di queste presenze nel mercato libero può esser tale da portare lo stesso ad un guazzabuglio di offerte che brillano per mancanza di chiarezza.  Guazzabuglio che vede coinvolti tutti gli operatori col risultato che, contro i principi elementari del libero mercato, non può che portare ad effetti contrari a quelli per cui si è perseguita l'apertura dei mercati: crescita dei prezzi, illeciti e truffe diffuse, utenti in balia dei più "smart", tanto per usare la traduzione inglese della parola "furba" presente in molte offerte.
Una situazione che nasce dagli aspetti negativi della nostra comunità nazionale ... contraddittoria, per usare un eufemismo, per cui anche le iniziative nate con le più buone intenzioni rischiano di annegare in una melma vischiosa in cui ben sanno navigare quelli che dovrebbero portarci sulla riva opposta ai monopoli grazie a buone leggi e a sana managerialità, ma che in realtà remano al contrario.
Danneggiando a medio e lungo termine tutto il sistema di un Paese in cui anche le iniziative più assennate, se non monitorate attentamente, possono provocare effetti indesiderati che, nel contesto normativo ed economico dell'Italia, significano essenzialmente demotivazioni ad investimenti stranieri.
Le cause sono varie e vanno dalle normative farraginose e vessatorie fino all'illegalità, essenzialmente fiscale e di corruzione, non sanzionata correttamente e rapidamente da un sistema giudiziario civile ed amministrativo spesso soggetto a questo o quel potere locale o nazionale. E a dare il colpo di grazia agli investimenti ed iniziative da libera e moderna economia c'è il mercato del lavoro ingabbiato dal debordante potere sindacale o dal malaffare.

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