Quotidiano | Categorie: Animali

Lettera aperta di ArciCaccia ai cacciatori del Veneto

Di Redazione VicenzaPiù Giovedi 28 Agosto 2014 alle 09:47 | 0 commenti

ArticleImage

Riceviamo da Giuliano Ezzelini Storti, Presidente Regionale ArciCaccia e pubblichiamo
Cara cacciatrice, caro cacciatore, anche quest'anno nonostante, purtroppo, le mille peripezie, inizia per alcuni in pre-apertura (dal 1/09) e in apertura generale per tutti (il 21/09) la stagione venatoria. Un po' di gioia comunque. L'abbiamo attesa con ansia questa stagione venatoria, soprattutto in Veneto. La "questione" decreto richiami vivi, l'esistenza e il futuro dei Roccoli, fino all'ultimo secondo hanno rischiato di pregiudicare per molti, compreso il sottoscritto, la stagione venatoria.

Siamo orgogliosi di poter dire che il fronte animalista, anche stavolta, non è riuscito a farci restare a casa e ha dovuto accettare che l'Italia, come scritto dalle Associazioni Nazionali riconosciute (ARCI Caccia, FIDC, ANLC, ANUU) si trova in Europa.
L'apertura della caccia di questa stagione in Veneto deve dare nuova carica alla speranza che finalmente le cose cambino davvero e quindi che la nostra Regione oltre che ad essere in Europa si possa sentire finalmente protagonista, da un punto di vista venatorio, dello Stato Italiano non solo per il pagamento della tassa governativa legata al rinnovo della licenza porto d'armi, ma per i miglioramenti indispensabili anche regionalmente per dare un futuro certo all'"ars venandi".
Non solo, dobbiamo dare finalmente la possibilità di rivedere le deroghe, per avere almeno - per le specie che producono danni all'agricoltura - l'inserimento nelle specie cacciabili del "Calendario". Dall'Europa dobbiamo avere certezze cacciabili o SI o NO. Occorre arrivare finalmente all'approvazione del Piano Faunistico Venatorio che traghetti il Veneto nel nuovo millennio con il superamento parziale della scelta di caccia, una gestione degli ATC produttiva di fauna e ambienti, capire come la Regione intende operare "dopo" le Province, una mobilità venatoria conseguente a quanto dovrebbero realizzare ATC e CA; un associazionismo venatorio e gruppi dirigenti degli Ambiti non legati ai populismi o alle aspettative "politiche" dei singoli. Questo è condizione minima obbligata per riaprire un'alleanza di lungo periodo con il mondo agricolo e con il fronte ambientalista ragionevole che possa finalmente comprendere che la caccia è un patrimonio naturale, culturale ineludibile per una società moderna.
Grazie ad alcune certezze, anche se minimali, abbiamo gli argomenti per non smettere di andare a caccia, noi e i nostri amici. La nostra "fiducia" è indispensabile anche per conquistare i giovani; con le idee dell'Arci Caccia possiamo farcela.
Sugli appostamenti di caccia, anche se a noi piace poco, esiste una normativa e questa ci da almeno la certezza che in qualche modo possiamo praticare questa forma di caccia. A tal proposito, anche a nome vostro, mi sento di formalizzare un appello alla politica regionale: "proviamo a migliorarla!". Ci sono già esperienze di altre Regioni da copiare.
Il calendario venatorio di quest'anno è lo stesso dell'anno scorso, avremmo voluto ci fosse data la possibilità di cambiare qualcosa, di dare il nostro contributo, invece non è stato possibile discutere, quanto scritto era già legge. Non ci arrenderemo, lavoreremo fin d'ora per creare le condizioni, nel 2015 di un calendario condiviso.
Potremmo stare meglio, ma comunque noi cacciatori siamo qui e vediamo un futuro più "positivo" non per "illusione" ma per la consapevolezza che possiamo farcela.
Ora "mente e cuore" si rivolgano alla nostra grande passione: l'amore per la caccia, abbandoniamoci al rito della cura del territorio per chi prepara l'appostamento (ormai siamo rimasti i soli a farlo veramente!), all'addestramento del cane per chi è "stanzialista", "migratorista" o entrambi.
Personalmente, vivo l'attesa dell'apertura come un rituale quasi "scientifico" ed "emozionante", da qualche giorno comincio a svegliarmi prima senza bisogno di sveglie e sento una voglia sfrenata di contatto con l'ambiente e la mia montagna dove fin da bambino, con mio padre e mio zio, lì sono andato e vado a praticare quello straordinario momento poetico nel silenzio e nei colori dei nostri boschi. Si chiama caccia.
Si ricomincia! Spiacenti per quanti ci vogliono male.
In Bocca al Lupo!

Leggi tutti gli articoli su: Giuliano Ezzelini Storti, Arcicaccia

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.



ViPiù Top News


Commenti degli utenti

Mercoledi 19 Dicembre 2018 alle 07:01 da kairos
In Mostra al Chiericati, Caterina Soprana (Commissione Cultura) risponde ai giovani del Pd: "realizzata a costo zero per il Comune"

Domenica 2 Dicembre 2018 alle 17:35 da Kaiser
In Mostre e eventi: due diverse concezioni non confrontabili ovunque e anche a Vicenza
Gli altri siti del nostro network