Lettera aperta a Capitan Lopez
Domenica 6 Ottobre 2013 alle 13:47 | 1 commenti
A Vicenza Giovanni Lopez è un mito. La premessa è doverosa perché influenza tutto il ragionamento che qui espongo. Quando la scorsa estate è arrivata la notizia che sarebbe diventato il nuovo allenatore del Vicenza Calcio, sinceramente non l'ho presa affatto bene. Per me un mito non dovrebbe mai tornare nel presente, ma continuare a vivere fuori dal tempo.
In fondo il mio "rifiuto interiore" al ritorno di Lopez al Menti è proprio dovuto all'affetto che da tifoso nutro per lui. Lopez è il capitano degli Anni Novanta, l'uomo che prima con Ulivieri e poi con Guidolin ha portato i biancorossi dalla serie C alla Coppa Italia. Per Lopez parlano i fatti e quindi, caro Giò, per me rimarrai sempre "Il Capitano" anche se il Vicenza che adesso guidi da allenatore dovesse arrivare ultimo in classifica in Lega Pro (peraltro non potendo comunque retrocedere). Proprio perché sei Lopez e sei a Vicenza, secondo me dovresti sentirti molto più libero di esprimere il tuo pensiero, anche nei confronti della società . Ciò non significa necessariamente mancare di lealtà o sputare nel piatto in cui si mangia, ma rivendicare il tuo ruolo di mito vicentino, un ruolo che nessuno in società può vantare. Quando ti hanno scelto come tecnico, ho pensato che il Vicenza Calcio avesse fatto un'ottima mossa di marketing. Un'impressione che ha trovato conferma nel fatto che hanno utilizzato il tuo volto per la campagna abbonamenti e che hanno venduto ben quattromila tessere. In un certo senso, quindi, sei tu che tieni in pugno la società e non il contrario. È un potere che finora forse hai preferito non utilizzare e avrai sicuramente le tue buone ragioni per fare così. Io volevo solo ricordartelo nel caso in cui ogni tanto te ne dimenticassi. Chi ci mette la faccia - come hai fatto tu - ha molti doveri, ma anche molti diritti. Proprio come un capitano. Di sicuro il motivo di tanta tua accortezza non è dovuto al timore nei confronti della stampa locale. Infatti uno come te, romano che ha vissuto e lavorato per molti anni a Roma, dove i media ti mangiano vivo, non può certo temere la tranquilla vita pubblica di una città di provincia.
Con immutato e immutabile affetto, un giornalista...un tuo tifoso           Â
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.