L'ennesimo attentato di un "Lupo Solitario" a Londra: con manuale di istruzioni di 64 pagine firmato Al-Qaeda, ristampato Isis
Giovedi 23 Marzo 2017 alle 08:40 | 0 commenti
Li chiamano "lupi solitari" eppure lavorano in equipe, su un kit d'istruzioni composto di sessantaquattro pagine (nella foto la copertina, ndr), facilmente reperibile in internet (leggi nota di un quotidiano inglese, ndr), in lingua inglese e di facile traduzione, aggiornato e firmato dal regime del terrore, l'Isis, in cui si spiega ai lupi solitari e a piccole cellule terroristiche come mantenere l'anonimato mentre si organizzano gli attentanti. Non è un best seller di prima edizione, ma un plagio, una revisione e un riaggiornamento del manuale scritto da Al-Qaeda, del quale ora l'Isis si appropria anche dei diritti d'autore oltre che del ben più doloroso diritto alla vita di chi la pensa diversamente da loro. Dovessi dare un titolo a questo manuale sarebbe "Grande e perpetua beffa all'intelligence", sottotitolo "pane quotidiano dei terroristi islamici".
Quello che non riesco a capire perché i media britannici ed i media in generale continuano a parlare di un lupo solitario, quando alle spalle c'è l'organizzazione e l'imprinting del terrorismo Isis. Questa tendenza a voler legare l'immagine di un solo lupo solitario è strettamente collegata alla contemporaneità buonista, politicamente voluta per svilire a tutti i costi la potenzialità di molti lupi solitari.
Nell'antico West c'erano dieci modi diversi di portare la pistola, ma un solo modo per combattere un leale duello: estrarre, puntare e sparare; le variabili erano solo la velocità e la precisione, meglio a distanza ravvicinata e se vogliamo, l'estrazione fulminea per lo "snap shot" (tiro istantaneo) era la cosa più importante. Nell'era contemporanea non ci sono più cow boys, miti di una vita breve che finisce in un attimo con la velocità di uno sparo e nemmeno il settimanale "Tex" proibito dalla Chiesa. Oggi ci sono psicopatici e depressi che con ogni mezzo si addentrano continuamente nel nostro modus vivendi rivelando le più abbiette nature umane, supportati da sostegni politici e sociali; se non sono assassinati al momento dell'attentato, trovano conforto in un carcere dove un religioso e uno psicologo si preoccupano per la loro salute e il loro benessere. Il tutto con l'egida di quella stessa chiesa che proibiva Tex per la sua violenza.
E noi rimaniamo indifesi e indefessi ricercatori di un minimo di conforto che non riusciamo ad avere, in ogni viaggio ci portiamo appresso una valigia di indumenti e una valigia di paure che la nostra società politica non è in grado di arenare, perché da almeno venti anni in Europa e nel mondo si sottovaluta il rischio del terrorismo.
Oggi, domani, per qualche giorno tanto parlare, tante trasmissioni, tanti opinionisti...poi il silenzio, l'ingresso o il parto in Europa a nuovi terroristi (tanto se poi ammazzano erano depressi...); fra qualche tempo ci saranno nuove persone pronte a piangere e a riappropriarsi di un corpo non più vivo, che sembra respirare ancora perché il sogno vuole vincere sulla morte, salvo poi adagiarsi su una verità che nessuno vuole accettare; ci saranno altre persone pronte a perdonare...Il valore della vita, tanto decantato, lascia spazio alla morte, per volare lontano verso una nuova morte. Ciononostante continuano a dire che ad assassinare è stato un "lupo solitario".
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