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Le "dismissioni" dimesse di Bulgarini: Variati invecchia
Venerdi 18 Ottobre 2013 alle 23:57 | 0 commenti
Scrive ieri la nostra Martina Lucchin quello che oggi hanno ripreso tutti i quotidiani locali sul vice sindaco Jacopo Bulgarini d'Elci: «due giorni fa l’assessore ha ... formalizzato la vendita della sua quota, pari al 30 per cento, nella società di comunicazione Regina Rossa e messo fine alla partecipazione in Alias, di cui era socio al 45 per cento, per lo scioglimento e messa in liquidazione della stessa agenzia di comunicazione».
La decisione di «uscire da tutti gli interessi privati che ho avuto fino ad ora» il braccio destro di Achille Variati l'ha presa «per togliere imbarazzi al sindaco, alla giunta e alla maggioranza e per lavorare i prossimi cinque anni senza dover essere continuamente soggetto a critiche e attacchi strumentali ...» e alla fine Bulgarini commenta : «cosa ne sarà di me fra cinque anni?».
Detto che verrebbe quasi da candidarlo subito come sindaco alle prossime amministrative per non lasciare disoccupato lo stratega della comunicazione politica vicentina di centro sinistra negli ultimi anni, che, dopo essere cresciuto anche alla corte di Arrigo Abalti, ha piazzato gli uomini della sua Alias, dopo se stesso accanto ad Achille Variati, alle corti del sindaco di Schio, Luigi Dalla Via, del consigliere regionale del Pd Stefano Fracasso, dell'onorevole Alessandra Moretti, prima invisa a Variati, e del neo numero uno di Amcps Matteo Quero, da sempre amico del sindaco ...
Se diversi e da schema sono stati i commenti della maggioranza (ad esempio per il variatiano Pupillo grande è stato l'atto di trasparenza e sacrificio) e dell'opposizione (per tutti quello di Rucco che parla di ipocrisia del gesto tardivo), a noi piace fare poche, semplici domande a Jacopo Bulgarini d'Elci e sulla base delle sue, eventuali, risposte ci faremo e renderemo pubblica la nostra idea.
La prima, per allontanare l'accusa di ipocrisia di Rucco è «perchè Alias è stata messa in liquidazione , come sottolinea anche il Giornale di Vicenza, cedendone alcune sue attività a Regina Rossa? Se rimangono le attività , quelle più interessanti direbbe un imprenditore o un professionista qualunque, questo vorrebbe dire solo ottimizzare la gestione e la redditività delle imprese ex bulgariniane se non altro per i dimezzati costi amministrativi di due società  di fatto ora accorpate con la logica del "compri due, paghi uno". Cosa ne dice l'ex portavoce e Capo di Gabinetto?».
La seconda domanda, per misurare quanto sia sofferta, come scrivono Sandro Pupillo e i consiglieri della Lista Variati, la scelta «di altruismo» di Bulgarini , è anch'essa semplice: «essendo impensabile, ingiusta e non credibile una cessione a zero euro o al valore nominale, una vera e propria "dismissione" in quel caso, a quanto il vice sindaco ha ceduto ai suoi amici ex soci, il suo 30% di Regina Rossa? Ci risponda Bulgarini anche perchè se avesse ceduto la sua quota con una buona, e tassabile, plus valenza, legata anche al valore delle attività cedute, e da tassare, da parte di Alias a Regina Rossa, sarebbero tutti, lui in primis, meno preoccupati per il suo futuro fra cinque anni. Se l'avesse data via per nulla o per poco, come si taciterebbero le solite male lingue che subito supporrebbero alle spalle, dopo aver applaudito in bella vista, che fra cinque anni quel 30% potrebbe tornare nella disponibilità del fondatore delle attività in forza di un qualunque patto privato o para sociale?».
Ma visto che non c'è due senza tre arriva la terza domanda se mai volesse rispondere chiaramente chi già auto esaltò con l'abbraccio di Achille Variati le sue dimissioni (non dismissioni allora) anticipate da portavoce e Capo di Gabinetto «per poter operare liberamente in campagna elettorale per il candidato sindaco», salvo doversi poi giustificare per aver percepito gli emolumenti per quello che si rivelò come il semplice utilizzo di ferie maturate.
E la domanda, vera, sostanziale e dirimente, è questa: «egregio vice sindaco, se non c'era conflitto di interessi tra le sue società e il suo ruolo istituzionale, perché si è svincolato dalle sue due ex società lasciando vivi tutti i dubbi che potranno dissolvere solo le difficilmente nette e indiscutibili risposte alle prime due domande? E se avesse voluto veramente dissipare ogni dubbio non doveva caso mai dimettersi da vice sindaco?».
Questa, a nostro modesto parere, sarebbe stata l'unica decisione, sia pure postuma, che avrebbe indiscutibilmente riparato a un errore o avrebbe anche solo e stoicamente evitato di danneggiare un sindaco che si fidava (e si fida ...) così tanto di lui da assegnargli, pur se non scelto dal "popolo" con i suoi voti, una carica che logica politica e democratica avrebbe voluto fosse assegnata al partito con più voti, il Pd, e alla sua esponente più votata in assoluto, la sia pur temuta Isabella Sala.
Quando gli assessori Matteo Quero e Gianni Giglioli, citiamo due esempi "in casa", vollero tutelare il sindaco, separandolo nettamente dalle loro vicende personali, abbandonarono i loro incarichi fiduciari e pubblici, non le loro attività , e si dimisero da assessori.
Strano non abbia capito che questo era l'unico gesto da applausi lei, caro vice sindaco, che di pubbliche relazioni ha ricco il suo curriculum. Ma strano ancora di più che l'esperto Variati abbia in passato incoraggiato Quero e Giglioli a lasciare l'assessorato, ma non abbia fatto altrettanto con lei.
Ma Invecchiando si diventa più teneri e forse il sindaco di questa città , notoriamente e storicamente spietato con chi non lo aggrada in barba al suo perenne sorriso, sta diventando definitivamente vecchio.
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