Le cartoline di Vicenzaè maltrattano i dipinti di Van Gogh e i monumenti vicentini: entrambi bellissimi ma su due ordini diversi
Sabato 16 Dicembre 2017 alle 14:08 | 0 commenti
La pubblicità è l'anima del commercio, si usava dire e probabilmente lo si fa ancora oggi. Non ho compreso bene a che cosa tenda la campagna pubblicitaria indetta da "Vicenza è" con le otto cartoline, date in omaggio a chi le vuole, con l'invito a collezionarle oppure a spedirle con gli auguri natalizi. Non credo che sia nelle intenzioni dell'ente promotore fare pubblicità all'evento che si svolge in Basilica Palladiana, visto che, dai numeri che vengono dati, casomai c'è da sperare che la Basilica riesca a contenerli tutti.
Pubblicizzare Vicenza e la sua provincia è quanto viene dichiarato come obbiettivo. Perciò, in linea di massima, è sicuramente da apprezzare. Personalmente non avrei maltrattato Van Gogh e ancor meno delle splendide immagini vicentine. Sono due realtà straordinarie su livelli e ordini diversi. Ma, ripeto, in pubblicità tutto, o quasi tutto, è permesso. Naturalmente con l'uso del buon gusto, un po' di genialità , e con l'individuazione di un obbiettivo raggiungibile. Questa, a Vicenza, è la stagione del grande artista olandese e quindi viene naturale utilizzare il messaggio di Van Gogh anche per altri fini che non siano quelli della conoscenza della sua opera d'arte. Il problema, se problema è, sta proprio in questo: l'operazione pubblicitaria citata avvantaggia la comprensione delle opere di Van Gogh, cosa che mi pare dubbia, oppure avvantaggia la conoscenza dei nostri bellissimi paesaggi che vengono trasfigurati dal tentativo di collegarli al grande olandese? Comunque rimane un fatto esclusivamente pubblicitario e se rimaniamo su questo piano, è la dimostrazione di un comprensibile il desiderio di essere presenti attivamente nell'aerea sfera del grande evento.
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.