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Lavoratori Askoll di Asti a rischio: veniamo a Vicenza! Proprietà: il problema è comune. Fiom Vicenza: martedì incontro anche per Askoll 2

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Giovedi 20 Febbraio 2014 alle 23:03 | 0 commenti

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"Andremo a denunciare la nostra condizione alla sede legale Askoll": è così che titola La Stampa di oggi* riassumendo la "minaccia" dei 220 lavoratori dello stabilimento del gruppo vicentino che a Castell'Alfero nell'astigiano è ora a rischio chiusura. Dopo aver rilanciato sabato 15 febbraio la notizia a Vicenza, dove brillava il silenzio generale, avevamo rivolto martedì 18 un chiaro appello oltre che ai media locali anche all'azienda e ai sindacati vicentini e, con loro, ai "nostri" lavoratori anche loro, almeno apparentemente, silenti.

E, dopo un contatto sfortunatamente e reciprocamente fallito ieri per reciproci impegni, oggi, nel permanente silenzio mediatico, la Askoll si è fatta viva col suo responsabile della comunicazione, il dr. Massimo Fùrlan, e altrettanto ha fatto la Fiom Cgil con Giampaolo Zanni.

Il dr. Furlan ha spiegato lungamente le ragioni aziendali, su cui torneremo con maggior dettaglio, ribadendo in sostanza che «dopo investimenti per 20 milioni effettuati per ammodernare lo stabilimento acquistato dalla Emerson e per innovarne la produzione sarebbe semplicemente sciocco voler pensare a un abbandono della fabbrica astigiana fatto a cuor leggero. La data del 10 marzo, in presenza di un tavolo aperto al ministero per 12.000 lavoratori nel settore in grande crisi degli elettrodomestici, è stata concordata con i sindacati per valutare le prospettive sulla base di dati certi legati agli ordinativi che si dovessero raccogliere dai clienti sparsi nel mondo e che da Askoll comprano una componentistica evoluta ma che presuppone per la sua appetibilità complessiva anche adeguati investimenti in nuovi prodotti finiti. Tutto questo in presenza della più grande e lunga crisi mondiale che si ricordi negli ultimi decenni ...».

Per suo conto Giampaolo Zanni della Fiom Cgil ci ha chiamato per sottolineare che «i sindacati locali non si sono mossi anche perché, prima dell'interessamento di VicenzaPiù che evidentemente ha ... "smosso" le acque, non sono stati messi al corrente dai colleghi astigiani che pure, bisogna dirlo, operano in una situazione di rappresentanza complessa e comune a tutto il gruppo: c'è una scarsa sindacalizzazione di tutta la Askoll, una grande azienda con migliaia di dipendenti ma caratterizzata da una gestione padronale da parte del presidente Elio Marioni che in tempi normali si è tenuto buoni i lavoratori, allontanandoli dai sindacati, anche con piccoli benefit. Ora anche a Vicenza stiamo provando a gestire problemi occupazionali in Askoll 2, che seguo personalmente e che è specializzata nella componentistica per acquari, ma sono pochi i lavoratori iscritti al sindacato. Per Askoll 3, quella che opera nello stesso settore della fabbrica, la situazione è simile anche se la conosco meno in dettaglio».

Zanni conclude rivelando un significativo anche se "triste" appello da lui rivolto insieme agli altri sindacati confederali locali ai colleghi di Asti: «abbiamo chiesto di non effettuare la loro "calata" a Vicenza (per l'esattezza a Povolaro Dueville dove c'è la sede della capogruppo, ndr) proprio martedì quando saremo intorno a un tavolo per rinnovare contratti di solidarietà in Askoll 2 ...».

Da Castell'Alfero gli fa eco, anche in questo caso tristemente, un lavoratore che ci ha scritto: «sono un dipendente della Askoll di Castell'Alfero e ho appena letto on line gli articoli che riguardano la nostra grave crisi e volevo ringraziarla per aver avuto il coraggio di metter in piazza i panni sporchi dell'Askoll proprio a Vicenza dove penso che certe notizie siano molto scomode ...».


*Di el. f., da La Stampa del 20 febbraio

Castell'Alfero - Il presidio continua, a turno,davanti ai cancelli della Askoll di Castell'Alfero. E in cantiere ci sono altre iniziative per attirare l'attenzione sul futuro della fabbrica di motorini elettrici per elettrodomestici, pure un viaggio in pullman a Vicenza, sede legale della holding, «per denunciare anche alle istituzioni del posto la situazione dei lavoratori astigiani».E' questa la strada decisa dai lavoratori ieri mattina in assemblea dopo l'incontro tra proprietà, sindacati e istituzioni locali martedì in municipio a Castell'Alfero: «Continua il presidio permanente davanti ai cancelli per impedire l'entrata e l'uscita di materiale dalla fabbrica - annuncia Isidoro Gioiello, Fim Cisl -, nonostante la nostra disponibilità a trattare su tutti gli argomenti per evitare la chiusura della fabbrica, l'azienda non si è mossa». La proprietà vicentina ha fornito i propri dati: servirebbero commesse per 30 milioni di euro su tutto il gruppo Askoll per salvare il polo di Castell'Alfero, privato già la scorsa estate della produzione del motore universale, trasferita in Slovacchia. Il gruppo ha ribadito la possibilità di chiusura a giugno, ipotesi già paventata da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm che la scorsa settimana hanno dato il via allo stato d'agitazione per i 220 dipendenti. Sono operai e impiegati che ieri mattina si sono accordati per uno sciopero a rotazione sul 50% dell'orario di lavoro, in modo da «salvare» almeno una parte del salario. Ma il braccio di ferro tra azienda e sindacati prosegue senza escludere altre iniziative, dalla «visita» a Vicenza all'appello a più istituzioni possibile in attesa del 10 marzo: è questa la data fissata per l'incontro tra le parti per discutere del futuro di Askoll Castell'Alfero al Ministero dello sviluppo economico.


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