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Lampedusa, diritti dell'uomo o crimini contro gli uomini?

Di Citizen Writers Giovedi 3 Ottobre 2013 alle 20:59 | 0 commenti

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Riceviamo da Luc Thibault, Delegato RSU/USB Greta Alto Vicentino e pubblichiamo - A Lampedusa 90 morti e 250 dispersi. Vite spezzate delle quali occorre chiedere a chi di dovere di dar conto. La chiamano L'ultima tragedia del mare, per noi è l'ennesimo crimine che poteva essere evitato. Sarebbe bastato tradurre in legge quella che dovrebbe essere la consuetudine al rispetto della dignità dell'essere umano.

Invece leggi vergognose, la Turco Napolitano prima e la Bossi Fini dopo, fanno dell' Italia un paese che promulga leggi che consentano il mantenimento della condizione di sfruttamento degli immigrati, un paese cieco, sordo e muto difronte all’assenza di diritto e alla sofferenza.
Leggi che hanno operato una compressione dei diritti degli individui attraverso l'introduzione delle quote per l'ingresso in Italia; attraverso la discrezionalità delle autorità competenti rispetto al diritto di asilo, i cui richiedenti vengono rinchiusi, in attesa dell’esito della loro istanza, in speciali centri di “trattenimento”, i Centri di Permanenza Temporanea, veri e propri istituti carcerari al di fuori dello stato di diritto, strumenti di minaccia e costrizione nei confronti dei lavoratori immigrati per limitarne indipendenza e possibilità di sottrarsi al ricatto padronale; attraverso il legame indissolubile che è stato posto tra il diritto al soggiorno in Italia e l’esistenza di un contratto di lavoro, con la conseguente maggior debolezza del lavoratore immigrato di fronte al datore di lavoro.
Per questo riteniamo che non si tratti dell'ennesima tragedia del mare, ma il risultato delle politiche che hanno sostenuto la paura per il diverso e l'odio per chi viene in questo Paese in cerca di una vita migliore, per mascherare una lucida scelta criminale di trarre vantaggio dalla condizione di ricattabilità e di subordinazione per questi lavoratori. Ed è per questo che tutti i lavoratori dovrebbero indignarsi e assumere su di se la lotta per l'affermazione del diritto a una vita dignitosa per tutti.

 

Costruiamo insieme i due giorni di mobilitazione nazionale a Roma il prossimo 18 ottobre sciopero generale e il 19 ottobre.

 


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