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La volontà non basta, da soli pedaliamo a vuoto: la vita è bella in tandem

Di Citizen Writers Mercoledi 9 Luglio 2014 alle 08:43 | 0 commenti

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Il 30 giugno abbiamo pubblicato su www.vicenzapiusport.com questa lettera di Silvana Valente, ciclista olimpionica non vedente di cui abbiamo scritto fin dal 25 agosto 2012, e ora rilanciamo la sua testimonianza anche qui, visto che merita un pubblico molto più vasto di quello puramente sportivo anche per l'implicito invito che rivolge a tutti per la condivisione della vita. Non solo in tandem.

Di Silvana Valente

Se siete convinti che sia cosa da poco, per un disabile della vista, trovare qualche compagno per condividere la pratica del ciclismo su tandem, vi state proprio sbagliando.

Il mio sogno, come quello di tanti amici del Gruppo Sportivo Non Vedenti Vicenza, sarebbe di scovare tra i giovani ciclisti,qualcuno che abbia la voglia di farsi coinvolgere come guida di tandem, considerando che questo mezzo può tranquillamente essere messo al pari della propria bici.

Certo, mi ferisce constatare che alle tante energie spese dalla nostra associazione per avviare ipo e non vedenti alla pratica del ciclismo in tandem, si contrappone spesso il fallimento, dato da chi si stanca di "pregare" per trovare qualche amico con cui uscire a pedalare.
Tanto per fare un esempio pratico, abbiamo avuto nel 2010 la grande fortuna d'avere i campionati italiani su strada e a cronometro a Treviso, perciò è stato umiliante deludere gli organizzatori non partecipandovi per mancanza di guide disponibili ad allenarsi e o a correre insieme ai nostri soci.
Posso comprendere che la paura di girare per strada e il cercare di non caricarsi di troppe responsabilità facciano desistere qualche ciclista dal contattarci, ma vi assicuro che se si è motivati e un po' scaltri nella guida, con il tandem si trovano nuovi stimoli, non solo per pedalare in compagnia e
partecipare a gran fondo, raduni ecc., ma si può arrivare anche alle competizioni di alto livello, facendo insieme una preparazione adeguata. L'affiatamento con i compagni su questo mezzo curioso e molto efficiente viene quasi automatico, l'importante è essere plastici e un po' adattabili. Se poi c'è la voglia di condivisione, si possono vivere emozionanti esperienze formative e divertenti, di indubbia valenza sportiva, personale e sociale. Infine, dopo più di vent'anni da quando ho iniziato a praticare questa
meravigliosa disciplina, mi sento di proporla quasi ad occhi chiusi, poiché in tandem possiamo sommare la passione alla forza espresse da corpo e mente insieme, che portano ad ottenere il più grande risultato, ovvero quello di mettersi in gioco. Solo così scopriamo che ognuno di noi ha tanto da offrire e ciò ci spinge a guardare al di là della disabilità, verso una realtà fatta di persone desiderose di vivere e realizzarsi per quello che sono.


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