Sicurezza vicentina, le paure e la repressione
Lunedi 30 Giugno 2014 alle 18:25 | 0 commenti
Riceviamo da Irene Rui, dipartimento Prc politiche migratorie ed etniche, e pubblichiamo - O che bello a Vicenza si respira aria di ripristino della “sicurezzaâ€. Telecamere dappertutto, lucciole spiate nella strada "rossa", ma in casa, nei club, nei pub tutto è permesso. C'è poi qualcuno che vuole comandare anche in casa di altri, pardon, in casa dei sinti e dei rom, nelle loro microaree private, perché non gli basta dettare legge in quelle pubbliche.
Ma per la destra trasversale e a tutto il mondo politico, tutto questo serve per ripristinare la sicurezza apparente, fare pulizia di ciò che disturba la loro bella vista, perbenista e di bravi cattolici, per poi andarsi a confessare e fare opere pie.
Perchè no, i chiodi contro i senza tetto, non basta rubare la loro elemosina, i provvedimenti illegali contro i sinti e rom a Schio e per cui stiamo provvedendo alla denuncia alle autorità competenti.
Oggi c'è il Rucco di turno, domani il Cicero e dopo domani Rotondi, poi Orsi il sindaco di Schio, il sindaco di Lonigo e quello di Arzignano, e poi a chi tocca, tutti ben allineati per amore della sicurezza fomentando l'insicurezza, la paura dei loro concittadini, invece di intervenire per tranquillizzarli, con incontri di mescolanza e accrescimento culturale.
A volte basta conoscere per far fronte alle proprie fobie, alle proprie paure.
Ma è più facile reprimere che costruire, urlare contro chi è in minoranza, interagire e creare comunità tra cittadini senza distinzione di etnia, razza, sesso e censo.
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