La rivoluzione proposta da Anciveneto per una finanza locale più giusta
Martedi 12 Novembre 2013 alle 12:32 | 0 commenti
Anciveneto - Va bene l’allentamento del patto di stabilità . Va bene pure l’ammissione di 62 comuni veneti alla contabilità sperimentale in vigore dal 1° gennaio 2015, con annessi la riduzione dei vincoli per il patto e regole meno stringenti per la gestione del personale. Ma per una finanza locale più giusta e per un’economia in grado di ripartire per davvero, occorrono decisamente nuovi principi di base.
Il presidente di Anciveneto Giorgio Dal Negro ne ha parlato al Direttivo di ieri a Fumane (Vr) ed è pronto a ribadire i punti fondamentali il corrente giovedì 14 novembre, per la convocazione dell’ufficio di presidenza dell’Anci nazionale. «Siamo soddisfatti del fatto che tra le 370 municipalità che gestiranno la nuova contabilità ben 62 venete siano venete: è il riconoscimento di un'amministrazione oculata. Questo però non basta, bisogna formulare nuovi principi contabili che siano alla base della gestione della cosa pubblica -spiega Dal Negro-. Il primo riguarda l’equilibrio di bilancio: niente più comuni in rosso, e quando lo sono devono essere assegnati a questi ultimi piani di rientro di massimo una decina d’anni. Il secondo consiste nel garantire regole certe per la fiscalità locale, senza cambiamenti repentini da un governo all’altro o senza dare margini troppo ampi di determinazione delle aliquote. Il terzo riguarda il numero dei dipendenti comunali, che dev’essere più proporzionale agli abitanti e alle esigenze della singola municipalità ».
Restano quindi le richieste per l’anno in corso già formulate in moltissime occasioni, dalla rimozione dell’obbligo del patto per i comuni sotto i 5mila abitanti a un ulteriore allentamento per tutti gli altri (che continui anche negli anni a venire).
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