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La rivolta degli studenti veneti per i test d'ingresso alle università

Di Edoardo Andrein Mercoledi 2 Aprile 2014 alle 14:41 | 0 commenti

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Si accende in tutta Italia la discussione sui test di ammissione alle università, con gli insegnati delle superiori che denunciano le “distrazioni“ dei loro studenti impegnati a cercare il lasciapassare alle Facoltà a numero chiuso attraverso la prova d’ingresso. Anche in Veneto gli studenti hanno deciso di alzare la voce a partire da una serie di iniziative di protesta in programma per il prossimo 8 aprile contro i test d’ingresso per medicina e odontoiatria.

Protesta che incassa il sostegno anche del Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia schierato con gli studenti a difesa della libertà di studio e contro delle “lotterie ad eliminazione” che rischiano di penalizzare chi potrebbe dimostrare effettive capacità, tra l’altro utilizzando risorse economiche che potrebbero essere investite in altro modo:

“Mi chiedo quante borse di studio per i meno abbienti si potrebbero finanziare con i soldi che si spendono per organizzare queste lotterie ad eliminazione in giro per tutta Italia. Sicuramente sarebbero un bel numero e aiuterebbero tanti ragazzi meritevoli”, afferma Zaia.

“Ogni nostro giovane, in tutte le Università venete e italiane, ha il sacrosanto diritto di essere messo nelle condizioni di poter dimostrare sul campo il proprio valore - aggiunge il Governatore -  Una raffica di crocette con le quali dire di che colore era il cavallo di Garibaldi non è una selezione seria, è una tagliola infida, a causa della quale può essere che un giovane in gamba resti fuori e uno meno capace ma più fortunato salti l’ostacolo. La vera selezione, che deve essere seria e rigorosa, la devono fare gli esami e le valutazioni dei docenti, che dovrebbero mettere i ragazzi sotto pressione per far emergere i migliori, evitando carriere universitarie in parcheggio pluriennale. Senza contare il rischio che molti ragazzi, per il timore di non farcela, rinuncino in partenza alla loro vocazione di studio o s’imbarchino in complicate e costose avventure all’estero non sempre a lieto fine”.

“Con quel sistema astruso dei quiz – conclude il Presidente del Veneto – persino Christian Barnard avrebbe rischiato di non poter fare medicina. Ribadisco la mia contrarietà al numero chiuso per l’accesso all’Università e sto con i ragazzi che fanno sentire la loro voce. Chiedo soltanto loro di farlo con civiltà e rispetto”.


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