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La pittura di Bepi Modolo, mostra antologica da sabato 18 al Museo Diocesano

Di Redazione VicenzaPiù Sabato 18 Ottobre 2014 alle 16:03 | 0 commenti

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Associazione Culturale Bepi Modolo  -  Da sabato 18 ottobre la mostra monografica dedicata al pittore Bepi Modolo allestita presso il Salone del Museo Diocesano . Il percorso espositivo è composto da 70 opere dell'artista provenienti da collezioni pubbliche e private e prestate da numerose chiese. La mostra, la guida e il pregevole catalogo a corredo, celebrano il centenario della nascita di Bepi Modolo.

Oltre alle opere selezionate, saranno visibili disegni inediti e bozzetti preparatori agli affreschi, alle vetrate e mosaici presenti nelle chiese del territorio Veneto, in Italia e all'estero. "L'iter biografico-artistico è articolato
sinteticamente in sezioni tematiche e nel catalogo a corredo. Analisi formale, elaborazione dei contenuti e progressione degli strumenti narrativi guidano ad una prima decrittazione dell'opera di Modolo, quale interprete di un modo di vivere, di un modo di vedere, di un modo di credere." G.P. "Il titolo, La pittura di Bepi Modolo - Una vita dedicata all'arte- colloca l'artista trevigiano di Santa Lucia del Piave (1913-Vicenza 1987) all'interno della vicenda artistica del secolo scorso e le opere riverberano reciprocamente la luce del suo lavoro, fino a comporre l'opera unica della sua esistenza. Lo si può cogliere nella continuità della sua storia: accanto al valore estetico le circa settanta opere selezionate rivelano una reale spiritualità ed i temi della storia sacra ne sono, quasi in totale, l'argomento. L'affondo della vocazione artistica è già presente a diciassette anni, con Schiavi in Egitto che lo vede premiato da un viaggio a Roma, poi nella bottega dello scultore Riccardo Granzotto, successivamente fra Claudio dell'Ordine dei Frati Minori. Più tardi, sempre negli anni della formazione unisce ai maestri ideali della grande tradizione veneziana, Tiziano, Veronese e Tintoretto gli artisti veneti di Ca' Pesaro da Gino Rossi a Pio Semeghini con Garbari e Arturo Martini, per arrivare a Vicenza (1935) nel percorso stilistico in evoluzione all'insegnamento di Ubaldo Oppi e di Pierangelo Stefani. Da Oppi ricava l'inclinazione ad una pittura così adatta a forme essenziali e linearmente precise; quindi risente delle influenze della visione luministica degli impressionisti francesi e poi delle scomposizioni cubiste (Maugeri). Con queste basi creative la poetica di Modolo, sensibile al valore
dell'umanità, interpreta la storia sacra secondo il tracciato della tradizione iconografica, in opere sempre in stretta relazione ad un'attenta committenza ecclesiastica. Così tra le asciutte Crocifissioni dalle Madonne impietrite dal dolore risponde l'agitata Crocifissione di Falzè del 1948 e nello sviluppo delle Via Crucis della Caserma Gotti di Vittorio Veneto, entra il volto del Nazareno, che per luce unisce la verità di Cristo alla realtà umana. Come inoltre nell'impegnativa Via Crucis di Falzè (m. 20.50x2,50), Modolo interpreta anche negli splendidi bozzetti l'inclinazione alla testimonianza: c'è lo sviluppo religioso delle immagini e lo scorrere dei drammi nella storia del Novecento. L'artista si rivela, del resto, nella folgorante espressione "...l'Arte fu sì tutta la mia vita, ma la fede e la mia famiglia furono l‘unica ragione per poterla percorrere..." Modolo trasferisce la fede nell' energia dei giovani San Michele Arcangelo, del 1952 e del 1954, che atterrano satana, due dipinti per la Gendarmeria Pontificia, Città del Vaticano e la scopre in ogni aspetto della quotidianità. Si rivela inoltre nei ritratti della moglie dall'espressione assorta, di alcuni amici come nei paesaggi e negli oggetti dello studio. Tra i ritratti più belli entra l'opera dedicata a Monsignor Giovanni Antonio Farina, del 1986, dipinto dove Modolo spiega gli ideali umani e quelli dello spirito attraverso una mutata e calda pennellata. Scrive nel 1965 Gino Barioli, direttore del Museo Civico di Vicenza, rivolto a Modolo:"... non è comune che (essendo ormai quasi tutta l'arte diventata - laica - e perciò sganciata da quei rapporti religiosi ed umani che sarebbero pur necessari ad un decente convivere) si abbiano a trovare persone come Lei disposte ad intavolare in pittura discorsi piani, semplici e chiari e nel contempo ricchi di antica sapienza e carichi di moderna poesia". (1965). MLF
"Sarà interessante per visitatore individuare un "doppio livello di lettura" nelle opere esposte costituito dalla costruzione dell'immagine in primo piano e dalla narrazione esistenziale o artistica degli sfondi: paesaggi, storie, eventi s'integrano e intersecano in continue evocazioni ora allusive, ora indicative, ora dimostrative." G.P."
Bepi Modolo nasce nel 1913 in provincia di Treviso. Frequenta la Scuola d'Arte e Mestieri di Conegliano e successivamente l'Accademia Olimpica di Vicenza. Amico e discepolo dello scultore Riccardo Granzotto, futuro Fra Claudio, comincia a dedicarsi all'arte sacra. Nel corso della sua vita entrerà in contatto con maestri quali Angelo Stefani e Ubaldo Oppiche lo avvicineranno alla pratica dell'affresco. Le tecniche del mosaico e delle vetrate glivarranno, poi, commissioni in tutta Italia e all'Estero.
La mostra consiste in 72 opere fra pale d'altare, disegni, opere da cavalletto, enumerosi bozzetti provenienti dall'archivio dell'Autore. La mostra ripercorre la sua intensa attività artistica nel corso della quale ha operato in più di 250 chiese.


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