Quotidiano | Categorie: Politica

La letterina di Natale a Paolo Colla e Achille Variati

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 25 Dicembre 2013 alle 21:20 | 0 commenti

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Caro amministratore unico di Aim , Paolo Colla, carissimo sindaco "unico" di Vicenza, Achille Variati, a Natale una volta i bambini scrivevano una letterina con i loro desideri per i regali da trovare sotto l'albero. Se per bambini si intendono tutti i nostri figli che non sono ancora capaci di proseguire da soli il cammino della vita che noi gli abbiamo dato oggi la letterina la scriverebbero anche tanti, tantissimi, troppi giovani senza lavoro o costretti a farsi non sfruttare, ma schiavizzare pur di averne uno, magari onesto (da VicenzaPiù n. 264 in distribuzione e con vari articoli sul vicenda Hibripost Aim Tares, ndr).

L'incipit di una che di fatto ci ha consegnato per voi un under 30 ve lo giriamo subito, per poi completarla entro fine anno perché la possa leggere non solo Babbo Natale, che magari è straniero e non capisce tutto, ma anche la nostra vecchia, cara Befana.

La lettera che vi chiede di poter avere oneste possibilità di cercare un lavoro, misero magari ma umano, inizia così: «cari babbi, Paolo e Achille, lo so che cominciando così avrò più ascolto perché babbo sa di fiorentino e la politica oggi, quella nuova e rottamatrice, parla rigorosamente toscano. Cari babbi, allora, voi che cambiando l'accento da vicentino a gigliato siete ancora in sella, su scranni o in cda, se io parlerò toscano potrò lavorare per un'azienda che oggi ha vinto, e da tempo vi serve, appalti con Aim e altre controllate municipali, vicentine e non solo? E soprattutto potrò lavorare con un regolare contratto non a cottimo, magari per le consegna di lettere, che poi non arrivano, e le lettura di contatori, magari poi contestate? Io vorrei lavorare, ma con quel cottimo devo anche pagarmi un panino con la soppressa, sottile per carità, e la benzina per il miscela per il motorino, che i miei genitori, bravi e buoni loro, mi hanno già regalato anche se ho sentito da dietro la porta che facevano fatica a mettere insieme i soldi per pagarmelo ma che dovevano farmelo perché altrimenti non potrei avere quel lavoro. Allora, cari babbi Paolo e Achille, so che non entrambi avete figli, ma promettetemi solo un piccolo regalo: se tra i vostri fornitori c'è chi costringe un babbo e una mamma a spendere soldi che non hanno per un motorino da regalare al figlio, che poi lo usa per lavorare ma non "tira su" neanche i soldi per pagarsi il panino con o senza soppressa, risparmiate di meno togliendo quell'appalto, che male avete fatto ad assegnare così, ai nuovi schiavisti, rottamate la speculazione sulla pelle della gente e magari investite qualche centesimo in più a busta da consegnare, sul serio però non come quelle della Tares, e date l'appalto ad aziende vere, che danno lavoro vero e vi fanno un lavoro vero».


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