La Lega si chiama fuori, Bonfante del Pd: stop agli appalti in cui La Mantovani è coinvolta
Venerdi 1 Marzo 2013 alle 23:03 | 0 commenti
La Lega Nord si tira fuori dallo scandalo, fa sapere con fierezza che con l'inchiesta per frode non c'entra nulla. Il Pdl, invece, è un po' ritratto e l'assessore alla mobilità e alle infrastrutture, Renato Chisso preferisce il silenzio. "Non rilascia dichiarazioni", tagliano corto i suoi portavoce. La sensazione è che i primi arresti (Piergiorgio Baita e Claudia Minutillo su tutti) siano soltanto la miccia per un'esplosione pazzesca. Insomma, la frode fiscale di adesso per arrivare a scoprire un giro di possibili tangenti.
Il project financing, punto forte dell'amministrazione Galan, era da tempo finito sotto accusa. Ancor più il ricorso a privati che, in un modo o nell'altro, facevano troppo spesso riferimento alla Mantovani. Ora che la Guardia di finanza indaga, ciò che prima "puzzava" diventa quasi una certezza. E per correttezza etica e politica tutti gli appalti in cui la Mantovani gioca un ruolo più o meno grande andrebbero sospesi, in attesa che il processo faccia il suo corso. L'appello lo lancia Franco Bonfante, consigliere regionale del Partito democratico e membro della seconda commissione, quella che si occupa di trasporti, viabilità , linee automobilistiche. Bonfante aveva già espresso il proprio disappunto sui project financing in diverse interviste, l'ultima rilasciata a Report. Ed è tornato sull'argomento con convinzione maggiore: "Le opere in cui figura la Mantovani che ancora devono partire vanno sospese. È un segnale forte che va dato". Bonfante si riferisce al passante nord di Verona (traforo delle Torricelle) ed alla Nogara-mare: la prima costa 800 milioni, la seconda addirittura 2 miliardi, lo stesso prezzo da sborsare per unificare in un sistema autostradale le tangenziali di Padova, Vicenza e Verona. "C'erano già perplessità nei giorni scorsi dopo l'ok alla Nogara-mare - spiega Bonfante - Operazione molto costosa. Grandi opere significa grandi guadagni. Sono sempre stato contrario al project financing che dà utili garantiti e fa venir meno due principi: quello della concorrenza e quello del rischio d'azienda. Ora stanno venendo tutti i nodi al pettine. La percezione di un intreccio politica-affari - aggiunge Bonfante - al di là che possa essere rispettoso o meno della legge, diventa motivo di forte critica: politica ed economica. Penso che il percorso dell'inchiesta punti a cose più grosse, che non sia la semplice frode fiscale. Partono dal fisco per capire i flussi di danaro dove son diretti. Avevano bisogno forse di un reato. Credo che cerchino le tangenti".
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