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La giungla delle cooperative, parla Massimo D'Angelo

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Sabato 22 Giugno 2013 alle 12:34 | 0 commenti

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Da VicenzaPiù n. 256 in distribuzione e sfogliabili comodamente dagli abbonati online  

La denuncia di Massimo D'Angelo della Filt Cgil: «Ci sono cooperative spurie, vere "associazioni a delinquere" dove il racket, le truffe, il riciclo di denaro sporco la fanno da padroni, e cooperative "legali" che fanno del caporalato, del dumping salariale e dello sfruttamento senza regole la forma di dominio»

Da tempo VicenzaPiù sta affrontando le problematiche connesse con la "finta" cooperazione sia seguendo casi specifici, come tempo fa quello della Mirror al Comune di Vicenza (risolto?) e ora quello della Sorgente con la "collegata" Transporter, tutte coop veronesi come la Mirror, al centro di distribuzione dei discount Prix, sia inquadrandoli nel loro contesto più ampio grazie ad interventi qualificati, come in passato anche quello di dirigenti LegaCoop. Se oggi diamo voce a un "cappello" introduttivo di Massimo d'Angelo, battagliero sindacalista della Filt Cgil, è nostra intenzione nei prossimi numeri e sui nostri quotidiani web approfondire l'argomento anche con la committenza pubblica, talvolta così apparentemente impreparata nella valutazione delle troppo basse "offerte al ribasso", suggeriscono molti esperti del settore, da rischiare di apparire collusa. E poi parleremo anche con le cooperative "serie" e con aziende, come le vicentine Helios e la Solaris Puliemme che subiscono la concorrenza sleale di «chi non rispetta le regole», ci hanno detto all'unisono i loro due amministratori, Marcello Taglialegne e Radames Golin, «sfruttando i lavoratori» sottolinea D'Angelo. Che premette: «In Italia le cooperative sono 151mila (ultimo rapporto di Unioncamere). I lavoratori di questo settore nove volte su dieci hanno solo "doveri" e zero "diritti". Sono l'ultimo anello della catena e la grande distribuzione, le multinazionali e i padroni di ogni risma approfittano della precarietà dei loro "contratti" - bassi salari, turni massacranti, carichi di lavoro insostenibili, buste paga sbagliate, ricatti.. .ecc. - per massimizzare i profitti delle loro imprese.». Quella che da tempo sta apparendo ai nostri occhi è una giungla, diciamo a D'Angelo nella sua isolata sede sindacale in Stazione (nella foto) dove la sera teme per se stesso quando ne esce, e lui annuisce: «è una giungla costituita da cooperative spurie, vere "associazioni a delinquere" dove il racket, le truffe, il riciclo di denaro sporco la fanno da padroni, e da cooperative "legali" che fanno del caporalato, del dumping salariale e dello sfruttamento senza regole la forma di dominio. Questa è la condizione di chi lavora come socio cooperatore, ma questa è la condizione in cui gli "imprenditori" ci vorrebbero tutti.». Da anni i sindacati chiedono, almeno ufficialmente, di aumentare le tutele ed estendere i diritti normativi ed economici a tutti i soci cooperatori delle cooperative del facchinaggio e della logistica, attraverso l'applicazione dei Contratti Nazionali di Lavoro a un settore che coinvolge migliaia di soci cooperatori. Il responsabile di settore della Filt Cgil di Vicenza, che è stato per due volte segretario di categoria e poi ha continuato la sua battaglia sul campo non derogando alla regola che in Cgil vincola a due i mandati di vertice, anche se potevano essere superati "cambiando" categoria, cosa che non è nel Dna di D'Angelo, ribadisce «la necessità di legalità e di rispetto delle regole. Già oggi i lavoratori di queste Cooperative sono sottoposti a condizioni di lavoro precario e insicuro, e a retribuzioni da fame. Abbiamo constatato che in questa Provincia la "forma cooperativa" è utilizzata come forma di impresa più ... efficiente, grazie alla quale si riescono ad eludere vincoli contrattuali e/o legislativi, ovvero i diritti consolidati in decenni di lotta dei lavoratori.». A peggiorare la situazione, è indubbio, c'è ora una crisi produttiva e occupazionale, senza precedenti, che, dice il dipendente delle Ferrovie dello Stato, «induce la committenza a cercare benefici per se stessa indicendo appalti al massimo ribasso e le cooperative ad una competizione ad ogni (sotto)costo pur di accaparrarsi un appalto tagliando diritti e salario ai propri soci.». Le cooperative erano nate per tutelare e far crescere i lavoratori, portati ad essere imprenditori di se stessi, ma l'aumento preoccupante di rapporti di lavoro instabili, del mancato rispetto dei contratti e dei diritti dei lavoratori «non solo sta drogando il mercato uccidendo anche aziende e cooperative sane, ma sta anche portando i soci lavoratori, che spesso neanche sanno cosa voglia dire essere soci, a fare di se stessi una merce, un oggetto da utilizzare a discrezione di qualcuno.», questo il grido di allarme di Massimo D'Angelo che raccogliamo per trasferirlo a chi ci legge, committenza pubblica e sindacati inclusi.


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