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La disoccupazione

Di Giorgio Langella Sabato 1 Giugno 2013 alle 11:04 | 0 commenti

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I dati diffusi ieri dall’ISTAT sulla disoccupazione riferiti al primo trimestre del 2013 sono impressionanti. Ci sono 415.000 persone in più che cercano lavoro (e non lo trovano). È un aumento che colpisce tutti, uomini, donne, italiani, stranieri. Una deriva che sembra senza fine. I disoccupati sono 3.276.000. Il tasso di disoccupazione raggiunge il 12,8% con un aumento di 1,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2012. Il tasso di disoccupazione giovanile (età compresa tra i 15 e i 24 anni) raggiunge il 41,9%. Nel primo trimestre del 2012 era del 35,9%.

Nella nostra regione i disoccupati sono 195.000 (un anno fa erano 144.000). Il tasso di disoccupazione è pari all’8,6% con un incremento del 2,3% rispetto al 6,3% del primo trimestre del 2012.

Sono dati drammatici. Si può parlare di moltissime cose, si può distogliere l’attenzione con pettegolezzi di varia natura, si può urlare, litigare, far finta di niente, far credere che il problema italiano sia “altro” … ma la realtà è quella dei dati dell’ISTAT. La realtà ci mostra un paese allo sfascio, una classe dirigente (politica e imprenditoriale) incapace di affrontare il problema. Eppure, nel nostro paese, la ricchezza esiste. È concentrata nelle mani di poche “famiglie” (il 10% che detiene il 47% della ricchezza totale del paese) che si arricchiscono sempre di più. Un paese senza lavoro e senza un serio piano industriale è un paese destinato al fallimento. Eppure lavoro ce ne sarebbe a partire dalla messa in sicurezza del territorio. Si dovrebbero creare le condizioni di impedire di trasferire il lavoro all’estero. Si dovrebbero fare investimenti nelle industrie strategiche. I soldi si potrebbero trovare tassando le grandi ricchezze, rinunciando alle “grandi opere” che sono fonte di spesa incontrollata, azzerando le spese militari a partire dall’acquisto degli F35. I politicanti e gli imprenditori nostrani sembra non siano in grado di capirlo. L’impressione è che, non solo non c’è la voglia di risolvere il problema ma che non esista neppure la capacità di pensare come uscire da questa situazione. Siamo nelle mani di personaggi mediocri. 

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