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Dinasty Luxottixa: da bottega a multinazionale ora il rischio è la bis-lady Del Vecchio

Di Redazione VicenzaPiù Martedi 14 Ottobre 2014 alle 09:49 | 0 commenti

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di Giovanni Pons

I disegni della dama bianca sposata due volte col patron ora punta al 25% del gruppo così si è riaccesa la dynasty

La dynasty di Agordo ha già prodotto i suoi effetti negativi. La perdita subita dal titolo Luxottica in Borsa ieri ha raggiunto 1,82 miliardi, quasi quanto il valore della quota che la moglie di Leonardo Del Vecchio, Nicoletta Zampillo, chiederebbe per sé: il 25% delle azioni Delfin (nella foto Leonardo Del Vecchio con la moglie Nicoletta Zampillo).

La conoscenza tra i due risale a molti anni addietro in quanto il padre Zampillo è stato uno dei primi, se non il primo rappresentante di occhiali Luxottica per Milano e la Lombardia. Nicoletta era l'ultima di tre figlie e deve aver conosciuto Del Vecchio quando veniva a Milano a trovare il padre. Ma non è stato un colpo di fulmine. Nicoletta ha infatti sposato in prime nozze Paolo Basilico, enfant prodige della finanza milanese, prima in Mediobanca e alla filiale italiana della Giubergia Warburg e poi fondatore dei primi hedge fund in salsa italiana, sotto il marchio Kairos. Da questa unione nasce un figlio, Rocco, che in queste ore alcune voci accreditano per un ingresso nel cda di Luxottica. Voci in libertà visto che Del Vecchio ha già dichiarato pubblicamente più volte che non vuole figli in azienda, neanche Leonardo Maria nato dal matrimonio con Nicoletta a metà degli anni '90 e che invece la signora sta cercando di spingere in tutte le maniere. Andrea Guerra, il ceo che ha guidato la Luxottica per un decennio, pare abbia respinto più volte le richieste della signora Zampillo per l'inserimento del figlio in azienda. E forse anche questi dinieghi hanno fatto sì che il rapporto tra la famiglia e il manager cominciasse a deteriorarsi.
Il periodo buio per la signora Zampillo, soprannominata da alcuni "Phd" per essere riuscita a farsi sposare, liquidare e risposare una seconda volta dallo stesso uomo - arriva negli anni Duemila quando il patron si invaghisce della investor relator che lavora in Luxottica, Sabrina Grossi. La relazione è così forte che Del Vecchio tronca il matrimonio con la Zampillo, la liquida e si butta a capofitto nella nuova relazione che porterà alla nascita di altri due figli, Luca e Clemente, che si aggiungono ai tre avuti dal primo matrimonio, Claudio, Paola e Marisa, e a Leonardo Maria. Con sei figli avuti da tre relazioni diverse la questione della successione diventa complessa e Del Vecchio, ormai assunto alle cronache per aver creato una multinazionale partendo da una bottega, quando entra in crisi la relazione con la Grossi pensa a come sistemare il tutto. Divide esattamente per sei le azioni della Delfin, 16,38% per ciascun figlio, chiude un contenzioso da 300 milioni con il Fisco, e con l'azienda affidata nelle mani sapienti di Guerra decide di marcare ancor più il suo distacco e trasferire la residenza a Montecarlo dove si trova ormeggiato anche il suo mega yacht. Ma evidentemente da ex martinitt che si è fatto veramente da solo, Del Vecchio non è uomo che riesce a godersi gli agi della ricchezza e del consumismo senza qualche rimorso nella coscienza. Il riavvicinamento con la Zampillo, donna che non demorde mai, e il richiamo dell'azienda fondata oltre 50 anni prima, fanno il resto. Ma risposandosi Del Vecchio ha messo a repentaglio la suddivisione in parti uguali effettuata anni prima: alla moglie spetta infatti la cosiddetta legittima. Le avances di Matteo Renzi a Guerra costituiscono il pertugio in cui la Zampillo si infila per indurre il marito a riprendere in mano le redini del gruppo. Ma il rischio di una rapida deriva da azienda di standing internazionale a tipica azienda famigliare italiana è già visibile. Il consulente Francesco Milleri, vicino di pianerottolo della Zampillo ai tempi del matrimonio con Basilico e fidanzato dell'attuale investor relator del gruppo, assume improvvisamente un ruolo strategico e provoca le dimissioni del neo ad Enrico Cavatorta. La frittata è fatta con il titolo che crolla a Milano e New York e arrivati a questo punto è difficile che la battaglia per la successione possa fermarsi qui a meno che il fondatore non abbia già pronta la soluzione in grado di mettere tutti d'accordo.

*Da La Repubblica


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