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La capolista. Da impacciato pulcino a splendido albatros

Di Marco Polo Lunedi 30 Settembre 2013 alle 20:29 | 0 commenti

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Mario Petrone sta lavorando dal primo giorno di ritiro per trasformare nel minor tempo possibile il pulcino che gli hanno messo tra le mani a metà luglio in uno splendido albatros, l’uccello che possiede la maggior apertura alare (quasi quattro metri per soddisfare la curiosità dei nostri lettori). Il credo tattico del tecnico di Acerra prevede infatti uno sfruttamento super intensivo delle corsie laterali e quindi delle ali. 

Eppure nei primi mesi in giallorosso il suo progetto tattico non aveva visto pieno compimento per il rendimento altalenante di tre giocatori su quattro che solcano le fasce – i due terzini e i due esterni di centrocampo –. Il quarto, evidentemente, è Federico Furlan che con la sua progressione sull’out destro ha sconquassato quasi tutte le difese avversarie incontrate sul suo incedere. Ebbene, nella domenica in cui non c’è stato per squalifica l’apporto del fortissimo esterno nativo di Montebelluna, ecco che dal magico cilindro di Petrone se ne escono tre ragazzi autori di una performance mastodontica: Iocolano, Toninelli e Stevanin.

 

Esplosione. Il giorno seguente alla vittoria sul Forlì che, vale la pena ricordarlo, lancia i giallorossi in vetta alla graduatoria come non accadeva dai tempi del Magno Ezio, non si può evitare di partire da Simone Iocolano. Alla vigilia dell’incontro l’assenza di Furlan era vista con una certa preoccupazione perché, appunto, finora a parte lui nessuno ha dimostrato di sapersi proporre con la giusta personalità in fase offensiva. Per questo gli occhi di tutti, o quantomeno di tanti, nel match con il Forlì erano puntati su Simone Iocolano, sempre titolare in questo inizio stagione, salvo il primo incontro con il Rimini saltato per squalifica. Il classe ’89, schierato a sinistra, non ha avvertito minimamente la pressione ed anzi ha colto come meglio non poteva l’occasione. Nel corso del match si è visto tutto il suo repertorio fatto di dribbling ubriacanti, tocchi di classe, un impegno in fase difensiva che ci era familiare fin dal 2009/10, un gol divorato ma compensato dal gol partita. Paradossalmente di tutto ciò la cosa meno importante è il gol perché, per come è venuto, colpo di testa sugli sviluppi di un corner, è più estemporaneo che strutturale. In parole povere non sono i gol di testa ciò che si spera di ottenere in gran quantità dal buon Simone. Un deciso salto di qualità, un’impennata di rendimento che spalanca ai petroniani una valida alternativa sulla sinistra a quello che pareva uno sbocco obbligato a destra. Un’arma da imbracciare tanto più quando gli avversari costruiranno l’immancabile «gabbia» per braccare Furlan. Ma non è tutto: la possibile esplosione di Iocolano, lui destro schierato a sinistra, potrebbe rendere ancor più determinante l’azione di Berrettoni perché il numero 10 verrebbe ancor più sollecitato con rapidi triangoli e scambi sullo stretto ogni qualvolta l’esterno piemontese in possesso palla puntasse l’area invece che il fondo.  Lo stesso Mario Petrone a fine gara si è soffermato sul nativo di Rivoli: «Simone sa cosa penso di lui. Ora deve darci ancor più dentro perché dovrà abituarsi in fretta alle nuove attenzioni che i difensori immancabilmente riservano a quelli bravi … ». Il potenziale è stato svelato, il tempo perso negli anni precedenti non è recuperabile, sarebbe quindi un delitto non rimanere ancorati con le unghie e con i denti ad un treno che sta passando per la seconda volta.

Foto Roberto Bosca 

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