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La bugia: di moda oggi ma anche ieri. Sant’Agostino ci invita ad una riflessione. La Voce del Sileno, anno 2

Di Italo Francesco Baldo Mercoledi 30 Agosto 2017 alle 16:38 | 0 commenti

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Il 28 agosto si è fatta fa memoria di Sant'Agostino Vescovo e dottore della Chiesa. Vissuto nell'Africa del nord (Numidia), 13 novembre 354 - Ippona (Africa), 28 agosto 430, è uno dei Padri Latini della chiesa, oggi è sepolto a Pavia nella Chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro. Dopo una giovinezza alquanto "burrascosa" inizia la sua "nuova vita" aderendo al Cristianesimo grazie all'opera di Sant'Ambrogio, vescovo di Milano. Ritornato nella sua terra, diventa vescovo di Ippona e vi muore quando questa città è assediata dai Vandali. Numerose le sue opere e tutte di rilevanza, tanto che, insieme a San Tommaso d'Aquino e San Bonaventura da Bagnoregio, è considerato un caposaldo della riflessione teologica e filosofica nel mondo cristiano e non solo.

Tra le sue più importanti riflessioni una particolare attualità hanno quelle sul libero arbitrio, e sul problema del male, ma anche opere minori debbono destare la nostra attenzione. In particolare lo scritto De mendacio, (Sulla bugia), che è abbastanza comune nei tempi nostri e che non è relativa solo all'ottavo comandamento: non dire falsa testimonianza. In ogni dove e in tantissimi persone la bugia è "pane quotidiano"; ad essa si ricorre soprattutto per giustificare le proprie azioni, in modo che esse appaiano per altro da quello che sono. La bugia compare sempre dopo le azioni compiute, e serve da piena giustificazione; ad essa si ricorre per non avere conseguenze o più semplicemente per mascherare la verità. Così, ad esempio si dichiara di esser stati d'accordo, quando nulla testimonia l'accordo stesso. Si stigmatizza una possibile azione, ma poi la si compie per proprio orgoglio, vanagloria e magari vantaggio o per "mettersi in mostra". Nel mondo politico è molto utilizzata, ma anche da chiunque occupi una piccolissima poltroncina di una piccolissima associazione e questo per fini non sempre "buoni", ma certamente per se stessi. Questo, naturalmente, viene mentito e soprattutto mascherato con l'indicare che quanto compiuto era nel vantaggio dell'associazione stessa. Così chiedono con ogni mezzo, fondato sulla bugia, l'adesione e la trovano in altri che credono che con la bugia proferita si possa mascherare anche il proprio comportamento e ciò serve soprattutto per ingraziarsi proprio chi ha mentito, perché viene considerato vantaggioso o perché "è meglio così". Poco importa della verità, essa è sempre considerata difficile da seguire e se ammessa richiede che si debba ritornare indietro e ciò potrebbe comportare anche una perdita di "onore" e di credibilità.

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